Custodivano all'interno di un garage 324 chili di hashish confezionato in sacchi di plastica nera ma il loro comportamento ha insospettito una pattuglia della Guardia di finanza di Latina che ha deciso di controllare quel box sottostante il centro commerciale Millepiedi di viale Kennedy scoprendo il mega deposito di droga. In carcere sono finiti Massimiliano Ventrone, 43 anni, e la moglie Alessia Ambosetti di 40 anni con l'accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti con l'aggravante dell'ingente quantità.
Erano le 22.30 di venerdì sera quando gli uomini delle Fiamme gialle hanno notato due persone che stavano entrando nei garage del piano interrato: la donna è rimasta all'esterno per controllare la situazione e verificare l'eventuale arrivo di altre persone mentre l'uomo è entrato nel box: a questo punto i finanzieri, visto che mostravano un fare decisamente irrequieto, hanno deciso di intervenire e hanno identificato entrambi. I due hanno fornito risposte evasive sulla loro condotta sospetta così è partita la perquisizione del locale che ha portato a scoprire 324 chili di hashish. La droga era suddivisa in 2.995 panetti che erano stati nascosti in buste di plastica nere. I militari hanno proseguito gli accertamenti controllando l'auto e l'abitazione di Ventrone e della Ambrosetti senza però trovare nulla. Per i due è scattato il fermo. Ieri mattina marito e moglie, entrambi assistiti dall'avvocato Alessia Vita, sono comparsi davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giorgia Castriota per l'udienza di convalida.
L'uomo, pur avvalendosi della facoltà di non rispondere, ha spiegato di non fare uso di droga ma ha ammesso l'addebito anche perché era stato lui stesso a riferire ai militari della Guardia di finanza di avere la disponibilità del box nel centro commerciale.
Secondo il giudice l'ingente quantitativo e le modalità di confezionamento sono elementi sintomatici di un'attività di spaccio tutt'altro che occasionale, circostanza che lascia presagire il rischio che gli indagati, se non sottoposti a misure restrittiva della libertà personale, possano commettere reati dello stesso tipo. E per l'uomo qualsiasi misura alternativa al carcere sarebbe inadeguata.