Tiziano Ferro, la confessione del cantante: «Ero alcolista, volevo morire. La musica era l'unica cosa che avevo»

Tiziano Ferro, la confessione del cantante: «Ero alcolista, volevo morire. La musica era l'unica cosa che avevo»
di Francesca Balestrieri
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Venerdì 16 Ottobre 2020, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 10:23

«Ero un alcolista e volevo morire». Sono le rivelazioni contenute in una lettera aperta di Tiziano Ferro, il cantante di Latina con un enorme successo in tutto il mondo. Le ha fatte a pochi giorni dall'uscita su Amazon Prime Video del docu-film Ferro girato in parte proprio nella sua Latina e sulla famosa panchina al Parco Falcone e Borsellino dove è nata x-Dono. Nel documentario il cantante si apre senza filtri e tabu, mostrando ancora una volta la sua fragilità che tanto lo hanno fatto apprezzare dal pubblico di tutto il mondo e che racconta gli alti e i bassi della sua vita, con momenti felici, ma anche molti altri difficili e oscuri.

Il racconto

Tiziano si racconta dunque svelando un aspetto molto delicato del suo passato: «Una sera la band mi convinse a bere - si legge nella lettera - E non mi sono fermato più.

Bevevo quasi sempre da solo, l'alcol mi dava la forza di non pensare al dolore e alla tristezza, ma mi portava a voler morire sempre più spesso. Ho perso occasioni e amici. L'alcolismo ti guarda appassire in solitudine, mentre sorridi di fronte a tutti. Alcolista, bulimico, gay, depresso, famoso. Pure questo, famoso, mi sembrava un difetto, forse il peggiore». Il cantautore pontino racconta la sua adolescenza qui a Latina, tra gli amici e il liceo, dove non è mancato il bullismo: «Non sono mai stato il primo della classe, ero anonimo, non bello, per niente atletico, anzi grasso, timido, i ragazzi mi chiamavano ciccione, femminuccia, sfigato. Aspettavo che qualcuno intervenisse per difendermi, ma non succedeva mai. Vivevo perennemente frustrato, incazzato e anche umiliato. Poi ho cantato per la prima volta e il mondo è cambiato. La musica era l'unica cosa che avevo, un canale per esprimermi in un mondo nel quale non mi riconoscevo».

Il documentario però ripercorre tutte le tappe salienti della sua vita ed è lo stesso Tiziano a spiegarlo: Ferro per me è un altro tassello alla luce dei miei 40 anni. Un po' storia, un po' diario, un po' terapia, un po' testamento. Di certo celebrazione di un sogno.

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