Timbrature, cinque sospensioni al 118 dopo il rinvio a giudizio. Centrale a rischio

Timbrature, cinque sospensioni al 118 dopo il rinvio a giudizio. Centrale a rischio
di Giovanni Del Giaccio
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Sabato 29 Gennaio 2022, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 09:15

 «Sospendere dal servizio con privazione della retribuzione con decorrenza 30 gennaio e fino al termine del procedimento penale». È la delibera dell'Ares 118 che lascia a casa cinque operatori della centrale di Latina, imputati nel procedimento per il presunto raggiro sui buoni pasto e le timbrature per chi, invece, non era presso la centrale. Una vicenda che lo scorso anno - alla vigilia di un concorso per decidere il coordinatore della sede - aveva portato alla sospensione di due infermieri. Un presunto danno per 1500 euro di buoni pasto corrisposti che ha portato a una sospensione senza precedenti, benché prevista dalle norme. Le delibere parlano del recente rinvio a giudizio disposto per i dipendenti coinvolti e «la risonanza mediatica dei fatti». Dipendenti che adesso rischiano di finire sul lastrico prima che il processo finisca, considerati i tempi della giustizia. Tutto questo, mentre ci sono turni delle postazioni che restano scoperti e ambulanze nuove che restano ferme per l'assenza di personale. Non manca l'attivazione di spot - mezzi privati aggiuntivi - se quelli ordinari sono impegnati nei servizi di trasferimento, anche per pazienti Covid. Segnalata, inoltre, la mancanza di presidi per la disinfestazione dei mezzi o la richiesta ai pronto soccorso di avere i dispositivi di protezione, a partire dai guanti. Una situazione difficile, con la centrale dove i veleni non mancano, a partire dall'esposto anonimo che ha dato l'avvio all'indagine.

AMBULANZE

«I mezzi d'emergenza trasformati in taxi - dicono dal sindacato Confail - Come al solito ci rimettono gli operatori del 118 delle ditte private. Sappiamo benissimo che Heart Life ha attivato la sorveglianza sanitaria, ma ancora oggi con oltre 10 operatori contagiati della ditta San Paolo della Croce non comprendiamo perché la stessa non attiva la sorveglianza sanitaria alle circa 60 unità che lavorano a Sonnino, Cori, Cisterna ed Aprilia. Chi dovrebbe controllare queste ditte è latitante, Ares dove sei? Rischiamo di rimanere senza operatori perché a breve diventeranno tutti positivi». Chiesto l'intervento del prefetto di Latina e dell'assessore alla sanità del Lazio.
Giovanni Del Giaccio
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