Sveglia alle quattro, l'odissea degli insegnanti pendolari

Sveglia alle quattro, l'odissea degli insegnanti pendolari
di Laura Alteri
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Domenica 23 Ottobre 2022, 15:32

Sono tantissimi gli insegnanti che vivono una quotidiana odissea per raggiungere la scuola dove prestano servizio, a centinaia di chilometri da casa.
Anche ad Aprilia molte maestre arrivano soprattutto dal sud pontino, Lenola, Minturno, Formia e dalla Campania e ogni giorno devono fare tre o quattro ore di viaggio in treno. «La mattina prendo il treno della linea Roma-Formia, salgo da Fondi alle 5.40 per raggiungere la stazione di Campoleone e poi da lì quella di Aprilia», spiega Nancy, insegnante di sostegno presso una scuola primaria di Aprilia. «Faccio circa tre ore di viaggio, con un cambio di treno all'andata e due ore di viaggio al ritorno. Sono più sui mezzi che a scuola».
Un'odissea peggiorata dai tanti disagi del trasporto pubblico: corse soppresse per guasti sulla linea, treni fermi per incidenti o incendi, ritardi accumulati. «L'altro giorno sono tornata a casa tardissimo perché sul treno c'era un ubriaco che non voleva scendere», racconta Nancy. «Quando arrivo a Campoleone poi non trovo mai la coincidenza e devo aspettare mezz'ora il treno che mi porta ad Aprilia. L'unico bus che parte dalla stazione non va bene per noi perché dobbiamo stare a scuola alle 8.30», spiega invece Annalisa, insegnante in una scuola dell'infanzia, che viene da Minturno.
Tante quindi le ore perse, ma viaggiare con la propria auto è impossibile, poiché la Pontina è pericolosa e troppo spesso bloccata. «Ogni giorno sappiamo quando usciamo di casa, ma non quando rientriamo», aggiunge Annalisa.
COINCIDENZE IMPOSSIBILI
Se molti insegnanti si sono trasferiti ad Aprilia per evitare lo stress del viaggio, tanti altri preferiscono fare sacrifici quotidiani, ma tornare a casa la sera.
«Non possiamo permetterci un affitto fuori casa. Già paghiamo ogni mese l'abbonamento del treno e del parcheggio in stazione», precisa sempre Nancy. Ciò che gli insegnanti chiedono alle istituzioni e alle Ferrovie è almeno di far coincidere alcune corse con l'orario di chiusura delle scuole. «Se finiamo di lavorare alle 13.30 e il treno parte alle 13.43, per noi è impossibile arrivare in stazione in tempo e siamo costretti ad aspettare un'ora», spiega Elisabetta, di Formia, anche lei maestre in una scuola primaria. «Non solo stiamo fuori casa anche 12 ore, ma ogni giorno non sappiamo se riusciremo ad essere a scuola in orario».
STAZIONI INCUSTODITE
Altro problema sottolineato dagli insegnanti è la desolazione delle stazioni di Campoleone e Aprilia. «Di sera le stazioni sono deserte, al buio e con persone poco raccomandabili in circolazione. A Campoleone la situazione è insostenibile: non c'è una biglietteria, un bar, un bagno, la vigilanza. Se ti senti male o ti aggrediscono sei spacciato. Per questo spesso torniamo in stazione in gruppo», ammette Annalisa. «Anche i borghi di Latina sono scomodi da raggiungere. Il prossimo anno sarò costretta a togliere Aprilia e i borghi pontini dalle scelte perché così non si può vivere», chiosa Elisabetta.
Gli insegnanti infatti ogni anno possono selezionare 150 scuole della provincia: «Scegliamo prima di tutto le scuole vicino casa, ma spesso sono già sature. È assurdo che io debba viaggiare tante ore quando potrei insegnare negli istituti della mia città» afferma Elisabetta. «Invece vieni pescato dall'algoritmo e vai dove capita perché, per noi precari, ogni anno di lavoro è fondamentale per poter acquisire punti in graduatoria e avvicinarci a casa», conclude Annalisa. La speranza quindi, per gli insegnanti, è poter lavorare più vicino a casa o almeno avere un trasporto organizzato in base agli orari delle scuole e stazioni più sicure.
Laura Alteri
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