«L’amministrazione comunale di Sabaudia – afferma il sindaco Giada Gervasi – è per la legalità e quindi rispetterà la normativa. Se la domanda è perché non abbiamo applicato la legge 145, la risposta è che attendevamo disposizioni attuative per procedere in piena regolarità. Aspettiamo ora il nuovo decreto. Non ci saranno fughe in avanti».
Agli operatori balneari preoccupati per la crisi economica frutto dell’emergenza Covid, il sindaco della cittadina delle dune “chiarisce” che l’estensione della durata delle concessioni inciderà a partire dalla stagione del 2021 mentre per quella attuale si attendono disposizioni dalla Regione e dallo Stato per affrontare il già prescritto distanziamento: «A sostegno della categoria abbiamo chiesto l’annullamento dei canoni. Stiamo lavorando affinché abbiano la possibilità di occupare maggiori superfici rispetto a quelle assegnate. Abbiamo 20 chilometri di spiaggia, siamo fortunati perché potremo garantire il rispetto della quota del 50% di spiagge libere. Per quanto riguarda eventuali investimenti per gli adeguamenti alle misure Covid non possiamo fare alcuna previsione. Siamo in attesa di regole da Regione e Governo. Escludo che sulle spiagge di Sabaudia si debba ricorre a costose cupole in plexiglass».
Roberto Lessio, assessore all’Ambiente del Comune di Latina, come anche il sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli si aspettano che la nuova normativa preannunciata dal ministro Franceschini, oltre a fugare ogni dubbio applicativo dell’estensione della durata delle concessioni, sciolga anche il nodo giuridico emerso con il pronunciamento del Consiglio di Stato che ha dichiarato la non conformità delle proroghe, in tema di concessioni demaniali marittime, alla normativa europea della Bolkestein. «Gli uffici avevano predisposto tutto per portare le concessioni fino al 2033 – spiega Lessio – e si era in attesa di un Dpcm previsto per gennaio che invece non è stato emesso. Poi è scoppiata l’emergenza sanitaria. Ora staremo a vedere quale sarà la norma preannunciata da Franceschini e se la stessa sia più esplicativa e risolva la questione giuridica con l’Ue».
«Questo è un argomento molto complesso – aggiunge Gerardo Stefanelli, sindaco di Minturno -. Da un punto di vista politico l’intervento normativo preannunciato da Franceschini è molto importante per il sostegno alla categoria dei balneari e al turismo fortemente colpiti dall’emergenza Covid, ma mi aspetto che la nuova disposizione convinca i dirigenti comunali a firmare la proroga delle concessioni fino al 2033». Ma a San Felice Circeo e a Gaeta il “problema” del rinnovo delle concessioni è solo un ricordo. «L’estensione dei titoli al 2033 – spiega Vincenzo Cerasoli, ex sindaco di San Felice e attuale delegato all’Urbanistica – è stata eseguita, a noma della legge 145, con un atto dirigenziale. Il capo settore ha verificato la regolarità dei pagamenti dei canoni precedenti, l’esistenza di una fideiussione per due annualità e la regolarità delle strutture sugli arenili, e quindi concesso la proroga di 15 anni a chi ne ha fatto richiesta. Fine della storia».
«La proroga al 2033 – aggiunge Cosmo Mitrano, sindaco di Gaeta – noi l’abbiamo concessa lo scorso anno applicando una legge dello Stato. Le concessioni demaniali marittime sono state rinnovate in automatico dagli uffici, per 15 anni, ai richiedenti. Il Consiglio di Stato dice che le proroghe non si possono fare perché non sono conformi alla Bolkestein? Come amministratore comunale dico che l’atto emesso a norma di legge è legittimo. Se la norma dovesse risultare sbagliata, vorrà dire che lo Stato restituirà i canoni versati dai titolari delle concessioni. L’Agenzia delle Entrate ha registrato gli atti e accettato i pagamenti».
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