Sperlonga, il comandante dei carabinieri: «Favori anche alla madre di Cusani»

Armando Cusani
di Marco Cusumano
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Mercoledì 22 Maggio 2019, 10:19 - Ultimo aggiornamento: 10:26
Ha preferito sedersi tra il pubblico anziché sul banco degli imputati il sindaco di Sperlonga, Armando Cusani, presente ieri pomeriggio in aula per il processo sulla lottizzazione abusiva che lo vede sotto accusa insieme all'ex dirigente Antonio Faiola e al progettista Luca Conte.

Per circa due ore e mezzo è stato ascoltato Salvatore Capasso, il comandante della stazione dei carabinieri di Sperlonga il quale ha riferito in merito all'indagine sul piano integrato trasformato in una massiccia speculazione edilizia.

Il giudice Maria Assunta Fosso, dopo aver ascoltato anche il maggiore Befera, dovrà decidere se ammettere agli atti del processo una scottante informativa dei carabinieri, inviata alla Dda, nella quale sono documentate le presunte infiltrazioni della criminalità nel territorio di Sperlonga. Il dossier ha fatto saltare i nervi alla Giunta del paese che ha addirittura dato mandato a un legale per sostenere l'ipotesi di danno d'immagine provocato dalle testate colpevoli di aver riportato il contenuto del documento, alle quali il Comune è pronto a chiedere i danni. 

Capasso ieri ha risposto alle domande del pubblico ministero Giuseppe Miliano ripercorrendo le varie tappe dell'indagine sull'enorme speculazione edilizia che, nel 2015, portò al sequestro di un intero quartiere nella zona di via Omero. Con il Piano Integrato del 1999 fu avviata la riqualificazione in una zona nuova di Sperlonga, ma invece dell'edilizia popolare furono costruite villette, al posto delle aree verdi e dei servizi, spuntarono parcheggi a pagamento. Una speculazione senza precedenti, secondo l'accusa, così come ribadito in aula da Capasso che ieri ha fornito elementi interessanti al giudice.

Il comandante ha parlato anche del favore alla madre di Armando Cusani spiegando come un suo terreno fu in qualche modo inserito tra le aree con alto indice di cubatura, un regalo da un milione e mezzo di euro, secondo l'accusa. L'episodio è ampiamente trattato anche nell'informativa dei carabinieri nella quale si fa riferimento all'esposto del consigliere comunale di Benito Di Fazio, scomparso nel 2016, dal quale prese il via l'indagine.

I carabinieri citano l'intervento di Di Fazio in Consiglio Comunale, il giorno 8 aprile 2009, nel quale in sintesi «accusava l'architetto Luca Conte di aver attribuito ad un lotto di terreno riconducibile alla madre di Armando Cusani, che si trovava fuori dallo zoning stabilito come ammissibile e sul quale prevedeva uno svicolo sulla strada statale 213, un indice di cubatura pari alle aree impegnate per il programma integrato fruttando una supervalutazione di tale terreno, che secondo lui doveva essere espropriato e quindi indennizzato con poche migliaia di euro, che permutato consegnava alla madre di Cusani il lotto 41 del valore commerciale di circa un milione e mezzo di euro».

Gli avvocati hanno tentato di mettere in difficoltà Capasso incalzandolo con una serie di domande tecniche alle quali lui ha risposto in maniera sintetica, sostenendo che «i dettagli saranno trattati dal consulente». I carabinieri, per consentire la raccolta dei dati, effettuarono anche un sorvolo in elicottero sull'area oggetto dell'inchiesta. L'udienza è stata rinviata al 12 giugno quando Capasso continuerà a rispondere alle 200 domande già annunciate dai difensori.

Marco Cusumano
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