Smartphone vietati in classe, i presidi pontini: «Giusto così»

Smartphone vietati in classe, i presidi pontini: «Giusto così»
di Francesca Balestrieri
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 19 Ottobre 2022, 12:16 - Ultimo aggiornamento: 12:18

Quello che è accaduto al liceo Majorana di Latina, con il dirigente che ha vietato l'utilizzo dei telefoni durante le ore di lezione scatenando la reazione scomposta della famiglia di una studentessa ormai è realtà in tutti gli istituti superiori in terra pontina.

D'altra parte, oltre al decreto ministeriale che vieta espressamente l'utilizzo dei dispositivi se non per fini prettamente didattici indicati dagli stessi docenti, ogni famiglia, a inizio anno, firma (e dunque accoglie) il patto di corresponsabilità che la scuola scrive in base alle proprie esigenze. In tutti i patti è sempre incluso il riferimento all'utilizzo del cellulare che in tutti i casi è vietato per fini extrascolastici.
E' stato proprio questo il motivo che ha spinto il dirigente Domenico Aversano a emanare la circolare. A nemmeno un mese dall'inizio dell'anno scolastico, infatti, qualche studente ha condiviso video di docenti che spiegavano, ha pubblicato sui social foto di studenti con disabilità prendendosi gioco di loro, insomma, niente a che vedere con i fini didattici di cui si parla nel patto di corresponsabilità. Ovviamente non è solo il liceo Majorana ad aver adottato questa pratica.

«Posto che il decreto ministeriale nel vieta l'utilizzo in classe da tempo, noi come scuola dallo scorso anno abbiamo messo a disposizione di ogni classe delle scatole in cui i ragazzi, se vogliono, possono posare i loro telefoni, nel caso in cui non volessero sono tenuti a spegnerlo o silenziarlo e metterlo nello zaino. Quello che è accaduto al collega del liceo Majorana è incomprensibile perchè le famiglie dovrebbero essere le prime a capire che la scuola è deputata anche all'insegnamento del rispetto delle regole - spiega il dirigente del liceo Grassi di Latina, Vincenzo Lifranchi - Quello che lascia senza parole è che un'aggressione per questi futili motivi non è proprio concepibile. Se i ragazzi hanno paura di perdere o rovinare il loto telefono o decidono di non portarlo oppure ne possono usare uno più vecchio. Certo, non è che da noi nessuno usa il telefono in modo improprio, ma quando questo accade lo studente viene punito».
E' unanime la solidarietà al collega. «Sono veramente dispiaciuto per quello che è accaduto - dice il dirigente dell'isituto tecnico Galilei Antonio Tubiello - noi come scuola abbiamo lasciato la discrezionalità a ogni docente di decidere come comportarsi in merito all'utilizzo del dispositivi perchè li utilizziamo molto anche per lavorare, ovvio che qualche volta è capitato anche a noi di dover prendere provvedimenti, ma nella maggior parte dei casi tendiamo a educare a un uso consapevole dei telefoni.

Dall'altra parte è anche vero che la società si è evoluta e dobbiamo convivere con il cambiamento anche per avvicinarci al mondo dei più giovani, senza dimenticare che la nostra scuola è frequentata da molti pendolari quindi i genitori sono certamente più tranquilli sapendo di poterli rintracciare, ovviamente non durante le ore di lezione».

Ha adottato un altro sistema la dirigente del Meucci di Aprilia Laura De Angelis: «Quando un ragazzo sta male, ad esempio, non chiama la sua famiglia con il proprio telefono, lo fa da quello della scuola. Ovvio che non possiamo impedire di portarli, ma l'utilizzo deve essere prettamente didattico. Da noi in genere vengono lasciati spenti nello zaino, se questa disposizione non dovesse venire rispettata il docente provvede a farli mettere sulla cattedra. E' un aspetto molto importante perchè i ragazzi vengono anche educati al rispetto, dei docenti e dei propri compagni. Quando sono in classe è come se fossero al lavoro e dunque sono tenuti a rispettare delle regole che le famiglie conoscono benissimo perchè le leggono nel patto di corresponsabilità che accettano iscrivendo i propri figli in questa scuola. Anche questo è un insegnamento, di educazione civica».
Dello stesso parere anche la dirigente del liceo Manzoni di Latina, Paola Di Veroli: «Il divieto dell'utilizzo dei dispositivi è inserito nel regolamento di istituto. Non abbiamo mai normato la consegna dei telefoni perchè dovrebbe essere implicito nel patto educativo il fatto di non poterli utilizzare se non per fini didattici anche se, con le Lim, anche questo aspetto è stato superato. Alla base di tutto c'è il rispetto reciproco. Ricordo che qualche anno fa vennero pubblicati su un social alcuni video per prendere in giro dei docenti, quei ragazzi vennero puniti ovviamente, ma da quella storia è nato un progetto dal titolo Io ci metto la faccia che prevedeva la realizzazione di un progetto proprio sul tema specifico e al quale furono dedicate diverse giornate. Quello che è accaduto al collega non assolutamente accettabile».

© RIPRODUZIONE RISERVATA