Sezze, ristoranti in affanno, la lenta ripresa raccontata dai protagonisti

Sezze, ristoranti in affanno, la lenta ripresa raccontata dai protagonisti
di Francesca Leonoro
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Domenica 31 Maggio 2020, 16:43
È una lenta ripresa, quella che stanno vivendo i ristoranti di Sezze in questi giorni. Tante le precauzioni adottate per rispettare le direttive diramate dal governo, ma ancora pochi clienti in giro. Il lockdown, d’altronde, non poteva arrivare in un momento meno opportuno per gli affari dei ristoratori locali. I mesi di marzo e aprile, con l’arrivo dei carciofi, fruttano ogni anno importanti guadagni che consentono alle attività setine di continuare a investire sul territorio. Una delle mete culinarie più rinomate nel panorama provinciale è, senza dubbio, il ristorante e albergo “da Santuccio”, che quest’anno festeggia cinquant’anni di attività. Certo, come ha ironizzato uno dei titolari, Sisto Perciballe, sicuramente una pandemia globale non è il miglior modo di festeggiare una così importante ricorrenza, ma questo ristorante può contare su un discreto numero di clienti affezionati che, già dai primi giorni di riapertura, stanno tornando, piano piano, ad assaporare i sapori caratteristici della cucina di “nonna Lina”, classe 1928.

«È una ripresa graduale - spiega Sisto Perciballe - dover rinunciare al periodo dei carciofi e alle cerimonie è stato un duro colpo, ma stiamo cercando di approfittare di questa situazione per ampliare il nostro target, rivolgendoci anche ad una clientela più giovane. A partire dalla possibilità di servire l’apericena a bordo piscina, un servizio aggiuntivo - conclude il titolare - che cercheremo di mettere a disposizione dei nostri clienti a partire da questa estate».
Anche “il Seminario”, il noto ristorante gestito da ormai 20 anni dalla famiglia Fiori, sta sfruttando gli ampi spazi interni ed esterni di cui dispone per consentire ai clienti di gustare i piatti tipici setini in totale sicurezza. Tuttavia, anche in questo caso, come ha confermato il titolare, Gianni Fiori, la clientela è poca e ci si affida per lo più agli affezionati. «Non sono le restrizioni, come l’obbligo di indossare la mascherina e mantenere le distanze a tavola ad allontanare i clienti - spiega Fiori - il problema è che c’è ancora troppa paura per questo virus, unito al fatto che probabilmente molte famiglie stanno vivendo difficoltà economiche che non gli consentono più di concedersi un’uscita a pranzo di tanto in tanto. Nonostante tutti gli accorgimenti e il grande spazio che mettiamo a disposizione - conclude il titolare - il numero di coperti che serviamo oggi non si avvicina neanche lontanamente ai numeri cui eravamo abitanti in tempi non sospetti».

Una ripresa non facile, dunque, che potrebbe aver fatto desistere in molti dal riaprire lo scorso 18 maggio. È il caso dell’agriturismo “Barbitto”, probabilmente il più longevo ristorante presente sul territorio di Sezze, nato come osteria dai primi decenni del ‘900. 
«Abbiamo deciso di posticipare la riapertura perché, confrontandoci con altri colleghi, abbiamo capito che non avremmo potuto contare su molti clienti - spiega il titolare, Ivan De Angelis - la gente è ancora molto restia ad uscire, specie gli adulti che, ovviamente, sono la nostra clientela di riferimento. Avendo effettuato tutte le procedure di sanificazione e adeguato la disposizione dei tavoli, abbiamo in programma di riaprire il locale in questi giorni. La speranza - conclude De Angelis - è di tornare al più presto alla normalità».
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