La Procura contesta a Pantusa e ai complici il sequestro di persona a scopo di estorsione con l'aggravante del metodo mafioso, rapina e lesioni ai danni dell'avvocato del foro di Santa Maria Capua Vetere. Ora la conclusione del processo, il pm aveva chiesto per Pantusa anni 20 di reclusione, per Fiorucci, Fava e Carleo anni 12 di reclusione. Ieri si è tenuta l'udienza di fine discussione del rito abbreviato e la lettura del dispositivo. Il giudice dell'udienza preliminare di Roma, Paola Della Monica, ha riqualificato il reato contestato di sequestro di persona a scopo di estorsione in esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
In sostanza - spiegano gli avvocati della difesa - il giudice ha riconosciuto che gli imputati hanno agito al fine di esercitare il proprio diritto alla restituzione delle somme pagate nel corso degli anni al legale per prestazioni professionali che non avrebbe mai svolto nonostante l'incarico e le parcelle. Caduta l'aggravante del metodo mafioso e riconosciuto le attenuanti generiche in quanto tutti e quattro incensurati, gli imputati sono stati condannati alla pena di un anno e 6 mesi Fava, assistito dall'avvocato Merluzzi, due anni Carleo, assistito dall'avvocato Gaia Landolfi, 2 anni per la Fiorucci, avvocato Amleto Coronella e 5 anni e 4 mesi per il principale accusato, Ernesto Pantusa, assistito da Dino Lucchetti.
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