Premio all'hospice San Marco per l'indice di complessità delle cure palliative

L'équipe dell'hospice della clinica San Marco di Latina dopo il riconoscimento
di Giovanni Del Giaccio
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Martedì 2 Novembre 2021, 08:24

L'hospice della clinica San Marco di Latina ha ricevuto nei giorni scorsi un premio per il progetto “Indice di complessità assistenziale nelle cure palliative” nell'ambito della quinta tappa del congresso nazionale itinerante della Fnopi, la Federazione degli ordini delle professioni infermieristiche.

L'evento, presenti diverse autorità e fra gli altri la presidente nazionale Fnopi Barbara Mangiacavalli e quella provinciale Nancy Piccaro, si è svolto presso   l’Infermeria dell’Abbazia di Fossanova, a Priverno, e quello dell'hospice è stato l'unico progetto premiato per la provincia di Latina all'interno dell'iniziativa  “Ovunque per il bene di tutti - infermieristica di prossimità per un sistema salute più giusto ed efficace” che ha visto riconoscimenti ad altre quattro strutture del Lazio. 

Il progetto è stato presentato da  Valentina Di Trocchi e Michela Guarda che hanno introdotto un nuovo sistema di valutazione dei livelli di complessità del paziente alla presa in carico infermieristica in ambito palliativo. Lo scopo è stato quello di poter distribuire al meglio i carichi di lavoro rapportati alle specifiche necessità assistenziali. Attraverso uno studio osservazionale durato 2 anni, sono stati monitorati 145 pazienti ricoverati in regime domiciliare presso l’Unità di cure palliative – hospice San Marco.

Il livello di complessità è stato rilevato attraverso un questionario di dieci domande, compilato da  infermieri dell’hospice domiciliare al momento del primo accesso infermieristico. L’utilizzo di questo strumento di valutazione si è dimostrato da subito efficace per individuare i reali bisogni dell’assistito correlati al suo livello di complessità, per poter pianificare un’assistenza che comprenda interventi mirati ed appropriati ai fini del miglioramento della qualità di vita del paziente e della sua famiglia. Di rilevante importanza nella presa in carico, infatti, c'è anche il ruolo dei "care givers" che sono nella stragrande maggioranza dei casi proprio i familiari.

«Il riconoscimento è un vero trampolino di lancio per tutti noi e per tutte le figure professionali infermieristiche che operano nel nostro territorio – afferma  Michela Guarda coordinatrice infermieristica dell’Hospice San Marco– l’infermiere non deve essere visto solo come una persona che offre assistenza per prevenire ed alleviare la sofferenza altrui, ma come un professionista che col suo impegno garantisce e migliora la qualità di vita del paziente e dei suoi familiari».

Era stata la presidente nazionale Fnopi,  Barbara Mangiacavalli, ad affermare: «La professione infermieristica deve fare in questi anni grandi passi avanti, sia dal punto di vista della formazione che dell’assistenza; l’infermiere deve essere specialista e si deve concentrare non solo nel management e nella gestione, ma anche nella clinica. Gli assistiti hanno bisogno di noi, lo dichiarano e ci cercano; gli infermieri sono accanto a loro tutti i giorni,  24 ore su 24». 

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