Salvatore Schintu, medico sopravvissuto al Covid: «Il mio consiglio? Fate il vaccino antinfluenzale»

Salvatore Schintu, medico sopravvissuto al Covid: «Il mio consiglio? Fate il vaccino antinfluenzale»
di Rita Cammarone
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Giovedì 20 Agosto 2020, 11:00

«Prescindendo da quella che può essere la propria opinione sull'attuale Governo, il mio consiglio è quello di attenersi alle disposizioni impartite per l'emergenza Coronavirus». È quanto afferma Salvatore Schintu, medico 67enne di Sabaudia, tra i primi in provincia di Latina ad aver contratto il virus Covid 19, in forma molto grave. «Con ciò non voglio dire che non possiamo criticare le azioni del Governo, ma confusione e anarchia non farebbero che peggiorare la situazione», aggiunge il noto professionista, commentando le polemiche delle ultime ore sulla stretta che ha comportato la chiusura delle discoteche e imposto l'obbligo delle mascherine a contrasto della nuova ondata di contagi.

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L'esperienza del Coronavirus vissuta in prima persona, in pieno lockdown, gli ha cambiato la vita, travolta da continui spunti di riflessione che lo spingono giorno dopo giorno a continuare a dare il massimo nella sua professione: «Sono stato curato benissimo al Goretti e voglio che anche i miei pazienti ricevano il massimo da me», afferma il dottor Schintu. Medico di famiglia, medico dello sport, con un trascorso di sindaco di Sabaudia, già tra gennaio e febbraio scorsi aveva intuito, approfondendo le notizie provenienti da Wuhan, quelle che sarebbero state le conseguenze dell'imminente pandemia. «Il fatto che molti medici si stavano ammalando - spiega indicava l'elevata diffusione anche in situazioni controllate'. Questo dato mi ha spinto ad utilizzare da subito, molto prima che in Italia si dichiarasse l'emergenza, dispositivi di protezione individuali molto accurati. Quelli che hanno protetto i miei pazienti, prima che la malattia si palesasse in me». Il medico è stato ricoverato all'ospedale Goretti di Latina il 14 marzo, all'esito dei tamponi. «Dopo un paio di giorni racconta - mi sono ulteriormente aggravato e ho indossato il casco per 13 giorni. E' stata un'esperienza bruttissima. Sono uscito dall'ospedale il 20 aprile e sono rimasto in isolamento fin quando non mi sono negativizzato, quindi i primi di maggio. Sono tornato al lavoro il primo giugno».

LA PROPOSTA

A Sabaudia la malattia del dottor Schintu ha avuto un forte impatto nella comunità: «Quando sono stato dimesso dall'ospedale, un collega mi ha detto che ero stato miracolato. E forse aveva ragione, perché poi il parroco mi ha confidato che molte persone, tra cui i miei pazienti, hanno pregato per me, organizzando riunioni dedicate. Sono stato circondato da molto affetto». Cosa teme di più ora? «Che le scuole possano restare chiuse risponde -. E' un rischio inaccettabile, dalle conseguenze devastanti: i bambini hanno bisogno di socializzare e la scuola non è solo didattica, men che meno didattica a distanza. Sono molto preoccupato, anche per gli anziani che, inevitabilmente, tendono all'isolamento». Un consiglio da rivolgere ai suoi pazienti? «Di fare tutti il vaccino antinfluenzale. Lo devono fare tutti, non solo gli over 65 e i soggetti a rischio. E' utile estenderlo il più possibile. A novembre tra Covid e semplice influenza, stessi sintomi, la diagnosi potrebbe risultare con grandi numeri più complicata del dovuto».
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