Arresti Sabaudia, sindaca Gervasi ai domiciliari: corruzione e turbativa d'asta sulle concessioni demaniali

Undici gli episodi di turbativa d'asta

Arresti Sabaudia, sindaca Gervasi ai domiciliari: corruzione e turbativa d'asta sulle concessioni demaniali
di Vittorio Buongiorno e Giovanni Del Giaccio
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Lunedì 21 Febbraio 2022, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 15:30

Sedici misure cautelari, tra cui anche una destinata alla sindaca di Sabaudia. A Giada Gervasi è stata notificata questa mattina un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. È il bilancio di una operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Latina. Nel procedimento, che coinvolge anche amministratori, funzionari pubblici e imprenditori si contestano, a vario titolo, i reati di corruzione, peculato e falso ideologico. In base a quanto si apprende le indagini hanno riguardato anche concessioni demaniali rilasciate dal comune di Sabaudia. In corso perquisizioni e sequestri.

Nella nota diffusa dalla Procura di Latina si legge che sono undici gli episodi di turbativa d'asta, con uno specifico riferimento alla   Coppa del Mondo di canottaggio dove sarebbero state «favorite ditte compiacenti all’amministrazione comunale, sia nella realizzazione del campo di gara sia nell’affidamento del servizio di manutenzione degli impianti di illuminazione pubblica, per un giro di affari di circa 1 milione di euro».

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Emersi anche episodi di peculato, corruzione e falso che risulterebbero compiuti da appartenenti ai Carabinieri Forestali di Sabaudia ed episodi di turbativa d’asta che sarebbero stati commessi dal Direttore del Parco Nazionale del Circeo dell’epoca  «il quale aveva affidato ad alcuni imprenditori a lui vicini la realizzazione di progetti sul cambiamento climatico, prima ancora che la relativa determina fosse discussa e approvata».

A dodici indagati è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari e ai restanti quattro il  divieto o  l’obbligo di dimora, unitamente alla misura dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici, dai servizi e con il divieto di esercitare la professione per 12 mesi.

I NOMI

Sono agli arresti domiciliari il sindaco, Giada Gervasi il direttore del comitato per la coppa del mondo di canottaggio, Luigi Manzo, il consigliere comunale Sandro Dapit, l'assessore Innocenzo Angelo D’Erme,  l'ex direttore del Parco nazionale del Circeo Paolo Cassola,  il dipendente del Comune Edoardo Piovesana, l'appuntato dei carabinieri Angelo Mazzeo, l'imprenditore Giuseppe Pellegrino, il tecnico e supervisore dei lavori per la Coppa del Mondo Erasmo Scinicariello, il responsabile del servizio appalti del Comune Riccardo Guglielmi, quello dei lavori pubblici Giovanni Bottoni e l'imprenditore Stefano Malinconico.

Obblighi e divieti per    il geologo Quirino Alessi, l'appuntato dei carabinieri Giuseppe Polidoro, il luogotenente dell'Arma Alessandro Rossi e Fabio Minotti, responsabile del procedimento di gara al Comune.

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I FAVORI - Tutte le quarantacinque attività balneari presenti sul lido di Sabaudia avrebbero goduto, nel tempo, di favoritismi e privilegi all'interno del Comune di Sabaudia. È quanto emerge da una nota diffusa dal procuratore di Latina, Giuseppe De Falco, e relativa all'indagine. In base a quanto accertato dagli inquirenti «alcuni dipendenti pubblici sarebbero, in concreto, i titolari di alcuni stabilimenti e chioschi oggetto di favoritismi». L'attività di indagine, condotta dal procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dai sostituti Antonio Sgarrella e Valentina Giammaria, è iniziata nel novembre 2019 a seguito dell'incendio alla centrale termica dell'Ente Parco Nazionale del Circeo e alle minacce al Comandante della Stazione Carabinieri Forestali «Parco di Sabaudia». «I militari dell'arma, nel corso delle investigazioni, durate oltre sette mesi, hanno accertato e ricostruito undici episodi di turbativa d'asta - è detto in una nota della Procura -, la formazione di innumerevoli atti falsi, nonché condotte corruttive che sarebbero state poste in essere dal Sindaco di Sabaudia e da amministratori comunali, in concorso con imprenditori e funzionari comunali. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori «è finita soprattutto la Coppa del Mondo di canottaggio, che si sarebbe dovuta svolgere a Sabaudia nel 2020, con riferimento alla quale appaiono favorite ditte compiacenti all'amministrazione comunale, sia nella realizzazione del campo di gara sia nell'affidamento del servizio di manutenzione degli impianti di illuminazione pubblica, per un giro di affari di circa 1 milioni di euro».

L'origine delle indagini
Tutto è cominciato con l'attentato incendiario alla direzione del Parco Nazionale del Circeo. Per quell'episodio è stato condannato in primo grado aa tre anni di carcere Giovanni Scavazza. La notte del 24 giugno 2019 davanti all'ingresso degli uffici dell'ente parco era stata versata della benzina ed era stata lasciata una busta con dentro quattro cartucce calibro 12, indirizzate, secondo gli investigatori, al comandante dei carabinieri della stazione forestale del Parco del Circeo Alessandro Rossi. L'ipotesi è stata da subito quella di una vendetta per alcuni controlli e sequestri di opere abusive sul lungomare della città delle dune. Dalle taniche utilizzate per portare il carburante ritrovate all'ingresso del Parco erano state isolate impronte digitali e tracce di Dna che avevano condotto a Giovanni Scavazza e al figlio Nicolò, titolare di un'attività di noleggio sdraio destinataria di più di un provvedimento di sequestro. Il 67enne aveva confessato ai pm Valentina Giammaria e Antonio Sgarrella. Gli stessi pm che oggi hanno firmato le richieste di custodia cautelare che hanno portato la sindaca ai domiciliari.

I precedenti
Sul fronte delle concessioni balneari la tensione a Sabaudia è alta da tempo. Il sei gennaio scorso la struttura dello stabilimento balneare Duna 31.5 è stato distrutto dalle fiamme e gli inquirenti sospettano che si sia trattato di un atto doloso. Il 6 febbraio del 2020 un rogo aveva distrutto completamente anche il chiosco Maracanà non lontano da Torre Paola.

Nell’estate del 2019 c’erano stati altri due incendi. Era andato in fumo il magazzino a servizio dello stabilimento balneare La Giunca (che era stato già distrutto nel 2009)  e 15 giorni dopo quell'episodio un altro rogo aveva devastato il laboratorio del Forno Raponi in via Biancamano, una vera istituzione a Sabaudia. Al momento questi espisodi non sono collegati con l'indagine odierna ma danno la misura delle tensioni che vive da tempo la località turistica.

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