Rete ferroviaria italiana offre a Regione e Comuni le tratte dismesse
Sono due quelle in provincia di Latina: una greenway di 140 km

Un viadotto sulla Sparanise-Minturno-Formia
di Vittorio Buongiorno
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Giovedì 10 Novembre 2016, 11:08 - Ultimo aggiornamento: 16:22

TURISMO
Due autostrade per le bici che attraversano mezza provincia pontina. Un sogno molto più realistico di quello che si immagina: Rete Ferroviaria italiana infatti ha deciso di mettere in vendita le tratte dismesse e ha realizzato un vero e proprio Atlante delle ferrovie abbandonate, regione per regione, per convincere Regioni e Comuni a farsi avanti «contribuendo a conservarne la memoria e promuovendone nel contempo la valorizzazione». Perché questi tracciati sono «un patrimonio da tutelare e salvare nella sua integrità, trasformandolo in percorsi verdi per la riscoperta e la valorizzazione del territorio o ripristinando il servizio ferroviario con connotati diversi e più legati ad una fruizione ambientale e dei luoghi».
Nel Lazio sono due le tratte dismesse che interessano la provincia pontina e che potrebbero consentire la realizzazione di oltre 100 km di percorsi per escursionisti e ciclisti ai piedi dei monti Lepini, Aurunci e Ausoni. La prima è lunga 80 km e mette in collegamento Velletri, Sezze, Sonnino, Fossanova, Terracina. Aperta nel 1892 e chiusa in parte nel 1957 e in parte nel 2012 che passa per Doganella, la vecchia stazione di Norma-Ninfa, Sermoneta, Borgo Tufette, Casale di Priverno, e giù fino a Ceriara, Fossanova, Capocroce, i Ruderi di Sibilla, e poi Frasso, Gavotti, La Fiora, Monte Leano, fino a Terracina. Il secondo tracciato parte invece in Campania, a Sparanise, e tocca Minturno, Forma e Gaeta. Altri 60 km, due terzi dei quali in territorio pontino: una tratta aperta nel 1892 e dismessa tra il 32 e il 66. «Da Formia a Gaeta la linea è stata riarmata, tra il 2005 e il 2009, per circa 2/3 del percorso, al fine di trasformarla in un raccordo industriale per il servizio merci; il restante tratto fino a Gaeta é ancora armato anche se non più utilizzabile in quanto l'asfalto ha ricoperto i binari in più punti e in mezzo alle traversine prevale la vegetazione spontanea. In ottime condizioni l'imponente viadotto del Pontone - spiegano da Rfi - Tra Minturno Scauri e Formia molte tracce sono state perse, cancellate dalla Direttissima che corre affiancata. Rimane ben conservato un ponte in ferro ed il sovrappasso della Direttissima stessa. Tutti i fabbricati di stazione sono in buone condizioni».
 

 


Mentre per quanto riguarda il primo tracciato «dopo un'interruzione del servizio per danni di guerra tra il 44 e il 47, il tratto Velletri - Priverno fu abbandonato nel 57, mentre il breve tronco Priverno - Fossanova rimase in esercizio ad uso locale fino al 1986. Dal 2012, a causa di una frana a Gavotti, il servizio ferroviario è stato interrotto fino a Terracina».
«Tra Velletri e Priverno-Fossanova, la sede ferroviaria è ancora rintracciabile per gran parte del percorso in quanto corre spesso in rilevato, nonostante sia frequentemente coperta da vegetazione spontanea e i binari emergano molto raramente da erbacce e terriccio. Tra Borgo Tufette e Sezze Romano alcuni chilometri di ex-sedime sono stati trasformati in strada rotabile. In genere i fabbricati di servizio sono in buone condizioni e in diversi casi ancora utilizzati, mentre le case cantoniere, salvo quando abitate da privati, sono generalmente in pessime condizioni. Tra Priverno-Fossanova e Terracina la linea è armata e in buono stato di conservazione».
L'occasione è ghiotta per avere finalmente una greenway pontina, una autostrada verde a disposizione di cicloturisti ed escursionisti lungo un tracciato alla base delle montagne immerso nella natura e per lunghissimi tratti rimasto incontaminato. Tra l'altro tutte le cantoniere e le stazioni dismesse potrebbero essere recuperate e usate come bed & breakfast e punti ristoro così come avviene da anni nel nord Italia e nel resto d'europa. Ora sta ai sindaci dei comuni interessati mettersi in rete con la Regione provando a trovare i fondi necessari per rilevare tratta e immobili da Rfi così da poterli valorizzare in chiave turistica.
Vittorio Buongiorno
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