Le dichiarazioni del pentito Renato Pugliese dietro l'inchiesta Arpalo

Renato Pugliese
di Marco Cusumano
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Mercoledì 18 Aprile 2018, 11:35 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 12:37

C'è un nome ricorrente nell'ordinanza di custodia cautelare che ha colpito Pasquale Maietta e suoi complici. E' quello di Renato Pugliese, figlio di Costantino Di Silvio detto Cha-Cha. Pugliese, 31 anni, è noto nell'ambito della criminalità locale.

Lo scorso anno - dopo l'ennesimo arresto per estorsione avvenuto il 3 dicembre 2016 - ha deciso di collaborare con la giustizia, iniziando una serie di colloqui con gli investigatori per ricostruire ruoli e circostanze relativi agli ultimi anni. Quanto siano attendibili le parole di Pugliese potranno stabilirlo soltanto i magistrati, ma sta di fatto che il suo nome e le sue dichiarazioni compaiono nell'indagine Arpalo. 

Pugliese riferisce di conoscere molto bene Pasquale Maietta in quanto amico di vecchia data del padre, Costantino Di Silvio. Per questo motivo conosce anche le persone a lui più vicine, i soggetti che collaborano con lui a vario titolo. Pugliese fa esplicito riferimento, in particolare, a due degli arrestati nell'inchiesta Arpalo: Giovanni Fanciulli e Roberto Noce. Li definisce dei prestanome, anzi va ben oltre descrivendoli come persone «disposte a fare tutto ciò che Maietta chiede». 

Le parole di Pugliese, almeno su questo argomento, sembrano trovare conferme da parte degli investigatori. Il giudice Laura Matilde Campoli utilizza la testimonianza di Renato Pugliese per sostenere l'esistenza di un'associazione per delinquere. Non a caso, descrivendo i singoli ruoli dei membri dell'associazione, definisce sia Fanciulli che Noce gregari di Maietta, termine utilizzato dal giudice esclusivamente per loro due.

Ma Pugliese, tracciando il quadro delle frequentazioni di Pasquale Maietta, fa riferimento anche ad altre persone, alcune delle quali non hanno, secondo quanto emerso fin'ora, nessun coinvolgimento nell'indagine Arpalo, almeno fino ad oggi. Riferendosi ai prestanome di Maietta, Pugliese cita in particolare i nomi di altre due persone, una delle quali è Francesco D'Agostino, l'elettrauto 43enne morto suicida nella sua officina. L'uomo, molto tifoso del Latina Calcio, fu trovato impiccato il 17 novembre 2016, all'indomani di un blitz legato all'operazione Starter, con perquisizioni e sequestri legati proprio al Latina Calcio di Pasquale Maietta. 

Sin dal primo momento la polizia decise di scavare nella vita Francesco D'Agostino per chiarire il suo ruolo nel giro d'affari legato a Maietta. L'ipotesi è che D'Agostino si sia prestato per comparire formalmente come amministratore di società che di fatto erano gestite dallo studio di Maietta. Oltre all'officina in via degli Aurunci, D'Agostino era infatti socio accomandatario della Fav ma anche amministratore unico di una società, la DR Trasporti, con sede a Sonnino. 

Pugliese, oltre a essere il figlio di Cha-Cha, è stato anche l'allenatore del Campo Boario, la società sportiva dilettantistica che è stata per un periodo proprietaria del marchio del Latina Calcio nell'anno in cui sfiorò la serie B. I legami con Maietta sono dunque piuttosto evidenti e probabilmente, anche per questo motivo, gli investigatori hanno voluto utilizzare le dichiarazioni del pentito. 

Il ruolo di Maietta è invece evidenziato dal giudice Campoli con queste parole: «Capo, promotore e organizzatore dell'associazione per delinquere (...). Dava direttive ai partecipi per la realizzazione di ogni aspetto inerente i reati fine, mettendo a disposizione il suo studio professionale e la rete di fiduciari di cui poteva avvalersi». Una rete ormai distrutta dall'operazione della Procura di Latina.

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