Un'aggressione tutta da chiarire ai danni di un ragazzo giovanissimo, appena tredicenne, finito in ospedale con ferite al volto e una prognosi di venti giorni. L'episodio risale a sabato sera, intorno all'ora di cena, quando un gruppo di ragazzi adolescenti si trovava nei pressi del Belvedere, sul lago di Paola, a Sabaudia. Non è chiaro cosa sia accaduto esattamente, l'indagine è in mano ai carabinieri che stanno approfondendo ogni dettaglio.
L'unica certezza è l'aggressione ai danni di un ragazzo di 13 anni che è stato colpito al volto, probabilmente con un pugno. Il giovane è stato trasportato dal padre all'ospedale Fiorini di Terracina dove è stato medicato e giudicato guaribile in 20 giorni. Secondo quanto si apprende, il ragazzo ha riportato lesioni al volto e ha riferito di essere stato aggredito da un adulto, uno sconosciuto, che si è avvicinato sferrando un potente pugno in faccia senza alcun motivo apparente per poi allontanarsi indisturbato.
Una ricostruzione tutta da chiarire sulla quale lavorano gli investigatori che hanno raccolto la denuncia del padre del ragazzo. L'uomo, dopo l'aggressione, è corso all'ospedale "Fiorini" di Terracina dove il ragazzo è stato medicato al pronto soccorso, per poi essere dimesso con una prognosi di venti giorni.
A quanto emerso il giovane si trovava insieme ad altri amici nella zona del "Belvedere", l'area a ridosso del lago di Sabaudia dove spesso si incontrano i ragazzi.
Si tratta forse di uno squilibrato? O magari qualcuno infastidito dagli schiamazzi? L'orario di cena non sembra compatibile con la seconda ipotesi, visto che l'aggressione non è avvenuta in orario notturno, tale da poter infastidire qualche residente nelle vicine villette che si trovano accanto al Belvedere. Probabilmente i carabinieri riascolteranno tutti i presenti per raccogliere gli elementi utili alle indagini, mettendo a confronto le versioni dei ragazzi. Il gruppetto è stato poi notato mentre si allontanava verso il centro, qualcuno dei ragazzi urlava chiedendo aiuto per l'amico aggredito poco prima. Poi la corsa in ospedale e la denuncia ai carabinieri.