«Il rientro in Italia era previsto ad aprile - racconta Marco Viti - ma l’esplosione dell’epidemia ha complicato la situazione e ora ci troviamo qui, bloccati e quasi senza soldi, in attesa di una soluzione che sembra molto complicata, senza un adeguato sostegno delle autorità. Chiediamo solo di poter acquistare un volo per tornare a casa».
Ma non è così semplice. I due giovani hanno già pagato voli della Blue Panorama e della Neos, «entrambi cancellati senza alcun rimborso, ma solo con un voucher che al momento non riusciamo ad utilizzare. Ci siamo rivolti all’unità di crisi per il rimpatrio degli italiani, attraverso il consolato, ma nessuno è stato in grado di aiutarci e nemmeno di darci spiegazioni. L’Italia è l’unico paese europeo a non aver usufruito dei finanziamenti della protezione civile europea che coprono fino al 75% del costo del biglietto aereo per far rientrare i connazionali all’estero».
Marco e Veronica, ospiti di un amico che vive a Playa del Carmen, stanno tentando in ogni modo di rientrare, anche utilizzando Facebook.
«C’è un gruppo di italiani in Messico - racconta Marco - che ha censito tutti i connazionali che vogliono rientrare, circa 450. Poi è stato organizzato, con il supporto di un’agenzia, un volo partito il 6 maggio, ma con le misure di distanziamento i posti erano pochissimi e i biglietti costavano 1.200 euro a persona, non accettavano neppure i voucher che erano stati emessi per i voli precedentemente cancellati, una vera follia. Ora restiamo qui in attesa di una possibilità, io intanto rischio di perdere un lavoro che mi è stato offerto in Italia».
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