Quota 100, a Latina 1306 adesioni. Garullo, Uil: «Ma la norma è poco rosa»

Quota 100, a Latina 1306 adesioni. Garullo, Uil: «Ma la norma è poco rosa»
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Venerdì 7 Giugno 2019, 11:11
«Sono 1306 le persone che nel nostro territorio hanno deciso di optare per Quota 100, il meccanismo sperimentale introdotto dal governo nazionale per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro con 62 anni di età e trentotto di contributi» dice Luigi Garullo, Segretario generale della Uil di Latina. «Dai dati che abbiamo elaborato – spiega il sindacalista – scopriamo che la nostra è la terza provincia del Lazio per numero di adesioni. Prima del nostro territorio c’è quello di Roma con quasi undicimila domande e poi Frosinone con 1743. Seguono staccate Viterbo con 907 e Rieti con 447».

«Allargando lo sguardo a tutto il Paese – aggiunge il Segretario generale – ci accorgiamo che delle 142179 domande complessivamente presentate, 105078 sono state inoltrate dagli uomini, soltanto 37101 quelle consegnate dalle donne. Una disparità che conferma quanto sosteniamo da tempo, ovvero che Quota cento è poco rosa perché le donne hanno carriere lavorative discontinue e quindi un’anzianità contributiva media più bassa. Altro aspetto da evidenziare è che ci sono categorie penalizzate. Pensiamo ad esempio ai coltivatori diretti e ai mezzadri. Da loro sono giunte all’Inps soltanto 2883 richieste di Quota cento. Dai commercianti invece119655 adesioni. Il numero cresce notevolmente se si considerano i lavoratori dipendenti che arrivano a 51644».

«E’ chiaro – conclude Garullo – che Quota 100 ha le sue criticità. Com’è altrettanto chiaro che su questa misura servono dei correttivi, così come servono dei correttivi al Reddito di cittadinanza. Ma soprattutto riteniamo necessario affrontare anche il tema delle future pensioni dei giovani, delle donne e della piena rivalutazione di quelle attuali, in un contesto generale del paese che da troppi anni ha visto una progressiva perdita di potere di acquisto di stipendi e pensioni che si è sentito in particolar modo nelle fasce di reddito più deboli». 
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