Latina, sos disperato dei parrucchieri: «A un passo dal baratro, fateci riaprire»
L’appuntamento per i partecipanti è alle 10 davanti allo stadio Domenico Francioni. Da lì i manifestanti si sposteranno a piazza del Popolo, dove in segno di protesta consegneranno simbolicamente le chiavi dei loro locali in un cartone. Il significato è chiaro: riaprire in queste condizioni, non conviene. Le opzioni accettabili, a loro avviso, sono due: restare chiusi con l’annullamento di spese e tasse o riaprire sapendo da prima in che condizioni e con la certezza di essere tutelati. I manifestanti assicurano che la protesta, autorizzata dalla Digos, si svolgerà nel pieno rispetto delle normative vigenti per contenere il contagio da Covid-19: non ci saranno assembramenti, verrà mantenuta la distanza di sicurezza ed i partecipanti indosseranno mascherine e guanti. All’arrivo in piazza del Popolo esporranno dei cartelloni che stanno realizzando in questi giorni per riassumere le loro richieste.
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Nei giorni scorsi si sono già svolte simili proteste in altre città della provincia di Latina. Ad Aprilia e Gaeta, ad esempio, i commercianti in difficoltà si sono recati direttamente dal sindaco per consegnare le chiavi delle loro attività e in tutta la provincia i ristoranti hanno alzato le serrande e acceso le luci per spiegare che non ci sono i presupposti per mantenere in piedi le attività così come vuole il Governo e per chiedere di essere aiutati perché, in questo modo, non possono sostenere una riapertura. Uno spiraglio è arrivato dal sindaco di Aprilia Antonio Terra: «In questi giorni continuiamo ad incontrare tante categorie produttive che ci manifestano difficoltà e preoccupazioni – ha commentato il sindaco, che ha anche scritto al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti – Anche attraverso l’Anci stiamo cercando di supportare richieste e porre l’attenzione su alcune vicende. Come Amministrazione faremo la nostra parte, mettendo in campo anche alcuni provvedimenti nei prossimi giorni».
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