Prof di religione inviava foto hard agli studenti, la Diocesi di Latina lo sospende anche dal ruolo di diacono

Prof di religione inviava foto hard agli studenti, la Diocesi di Latina lo sospende anche dal ruolo di diacono
di Marco Cusumano
4 Minuti di Lettura
Giovedì 2 Febbraio 2023, 16:49 - Ultimo aggiornamento: 22:00

La Diocesi di Latina ha aperto un'indagine interna sul prof di religione accusati di aver inviato foto hard ai suoi alunni. Il Vescovo Mariano Crociata ha riferito di aver incontrato il docente per ascoltare la sua versione e di averlo poi sospeso avviando delle ulteriori verifiche, anche perché l'uomo è un diacono permanente dallo scorso anno. 

«Al termine del colloquio - spiega la Curia - dopo aver ricevuto dallo stesso docente le dimissioni dall’attuale incarico, il Vescovo gli ha comunicato la revoca dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica.

Poiché la persona interessata è anche un chierico, in quanto diacono permanente, il vescovo Crociata ha avviato immediatamente la procedura prevista dall’attuale ordinamento ecclesiastico, per cui nella giornata di oggi ha firmato il decreto che dispone l’apertura dell’indagine previa canonica tesa ad acquisire tutti gli elementi possibili sul caso in esame».

La questione, emersa grazie alle segnalazioni dei ragazzi, si complica ulteriormente visto il ruolo di diacono ricoperto dal prof sotto accusa.

La Curia ripercorre gli eventi degli ultimi giorni: lo scorso lunedì 30 gennaio, nel primo pomeriggio, il vescovo Mariano Crociata è stato informato dall’Ufficio Scuola della Curia in merito alla «richiesta di assegnazione di un nuovo docente, presentata da una scuola del Capoluogo e dei motivi addotti per tale richiesta».

Il Vescovo ha poi incontrato il docente per ascoltare la sua versione dei fatti e, al termine del colloquio, è scattato il provvedimento imponendo al diacono «l’allontanamento cautelare dall’esercizio del ministero». Sempre nella mattinata di oggi, il vescovo Crociata ha ricevuto il Dirigente Scolastico e il Primo Collaboratore della scuola coinvolta ai quali «ha espresso il suo rammarico per questa vicenda, reciprocamente è stata concordata la disponibilità alla massima collaborazione».

L'INDAGINE

La Procura di Latina in questi giorni sta acquisendo elementi utili per ricostruire una situazione agghiacciante, ancora tutta da chiarire. Secondo la ricostruzione, l’approccio del docente è stato inizialmente molto amichevole con gli alunni, in poco tempo ha conquistato la simpatia e la fiducia dei suoi studenti grazie soprattutto al suo modo di fare scherzoso, molto vicino ai ragazzi. Poi qualcosa è cambiato, il prof ha assunto un atteggiamento diverso in particolare con alcuni ragazzi. Il docente è diventato più insistente, chiedendo ai ragazzi di accettare i suoi inviti su Instagram dove voleva essere seguito dai suoi alunni inserendoli tra gli “amici più stretti”. Ha così creato una cerchia ristretta di ragazzi, iniziando poi a inviare foto sempre più spinte, arrivando al nudo integrale. 

Sono almeno tre, al momento, gli studenti che avrebbero ricevuto il materiale pornografico, due ragazzi e una ragazza, di classi diverse, tutti tra i 15 e i 17 anni. Ma il sospetto e il timore è che il “giro” di giovani coinvolti sia decisamente più ampio. 

A quanto emerso l’invio del materiale pornografico va avanti da mesi, addirittura dalla scorsa estate, ma il caso è emerso solo negli ultimi giorni. Lunedì il professore è stato convocato dalla dirigenza dopo le segnalazioni arrivate nel corso del week end e da allora non presta più servizio presso l’istituto. 

Negli ultimi giorni l’insegnante ha chiuso il profilo di Instagram ma il materiale pornografico sarebbe stato comunque salvato da diversi alunni attraverso gli “screenshot” che consentono di conservare le immagini anche dopo la rimozione dai social. La Procura di certo acquisirà il materiale disponibile e non è neppure escluso un accertamento tecnico approfondito sui dispositivi del professore per individuare non solo le foto e i video, ma anche le conversazioni private con gli alunni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA