Primo chiosco in fiamme, tante rinunce poi il rogo

Primo chiosco in fiamme, tante rinunce poi il rogo
di Fabrizio Scarfò
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 17 Maggio 2023, 11:09

Non riescono neanche a commentare, ancora scossi per quanto accaduto al loro chiosco, i ragazzi della "Seaside Music Young impresa sociale srl", il gruppo di giovani a cui nel 2021 era stata affidata dal Comune di Latina la gestione di tre spazi pubblici, tra cui proprio la prima struttura situata sul lato sinistro del lungomare di Latina: quella che due sere fa è stata ridotta in cenere dalle fiamme, appena 48 ore dopo un altro, misterioso rogo, quello scoppiato al quinto chiosco vicino Rio Martino, anch'esso distrutto in circostanze spaventosamente simili.

Una storia, quella della gestione dei chioschi sulla marina di Latina, che ha radici profonde e che nel 2017 aveva convinto l'allora sindaco Damiano Coletta a recarsi in Questura per consegnare una serie di documenti che, a suo avviso, facevano sospettare elementi di reato per la loro assegnazione.

Ad allarmare l'ex primo cittadino era stata la rinuncia di due concorrenti in una graduatoria già falcidiata da una serie di esclusioni (9 in totale) che avevano ridotto la lista da 14 ad appena 3 società. Il sospetto di Coletta era che gli imprenditori fossero stati sottoposti a pressioni (o addirittura minacce), anche se questi ultimi lamentavano che il bando di concessione varato nel 2016 durante la gestione commissariale era «inutilmente troppo rigido»: una denuncia che non ebbe alcun seguito.

Arriviamo così al 2021, quando per risolvere la questione il Comune di Latina decise di partecipare al bando regionale da 288.000 euro denominato "Itinerario Giovani" attraverso il progetto Latinadamare, alla quale l'Ente di Piazza del Popolo aveva anche integrato un intervento di sostengo da ulteriori 32.000 euro. Somme che sarebbero state erogate per la gestione non solo del primo chiosco, ma anche di altri due spazi affidati in uso per cinque anni: vale a dire l'ex sede dei custodi idraulici di Borgo Sabotino, nell'area della Casa Cantoniera che oggi ospita una sala prove e registrazione e l'ex sede della cooperativa "Il Gabbiano" in viale XVIII Dicembre utilizzata quotidianamente da decine di giovani come aula studio e centro polivalente.

Un progetto ambizioso ma che, tuttavia, proprio come quattro anni prima, aveva visto tre delle quattro società classificate in graduatoria tirarsi misteriosamente indietro una dopo l'altra.

Ciascuno dei vincitori si era fatto da parte, facendo così scalare la classifica fino alla quarta posizione, quella occupata appunto dalla "Seaside Music Young", impresa giovanile creata da Fabio D'Antonio il quale, a differenza degli altri, aveva preso in gestione senza alcuna remora le tre strutture tra cui, appunto, l'ex "Topo Beach". Il progetto era così finalmente partito e, se la scorsa estate era stata di fatto un banco di prova per la società di ragazzi under 35 con decine di clienti che ogni giorno avevano usufruito della struttura tanto di giorno per andare al mare e prendere il sole, quanto al tramonto per trascorrere piacevoli serate estive , quella che stava per partire doveva essere quella della conferma, prima che le fiamme riducessero in cenere sia il chiosco che le aspettative dei ragazzi.

Ancora scioccati e tramortiti per quanto accaduto, appena dieci minuti prima del rogo questi ultimi stavano ultimando i preparativi in vista dell'imminente stagione estiva, come testimoniato anche da qualche foto postata su Instagram e dove qualcuno già commentava "Aspettando il Paka'a", il nome scelto per il lido. Un'attesa che, a questo punto, rischia di risultare vana, a causa di un incendio scoppiato in circostanze misteriose proprio come accaduto sabato notte al quinto chiosco, ancora privo di impianto elettrico , e che ha riacceso i riflettori su una storia che, sebbene sia iniziata ormai sette anni fa, non sembra ancora giungere a conclusione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA