Presentato "+Vita", il programma della Asl di Latina che prende in carico i pazienti cronici

La presentazione di questa mattina
di Giovanni Del Giaccio
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Lunedì 3 Giugno 2019, 15:20 - Ultimo aggiornamento: 19:53
Lo sloganl è chiaro: "+Vita, ci pensa l'Asl non tu" ed è la sintesi del progetto di presa in carico presentato questa mattina dal direttore generale della Asl di Latina, Giorgio Casati, e dai vertici dell'azienda oltre che da quanti hanno lavorato all'iniziativa. 

Si tratta di  «un nuovo modello di accompagnamento del percorso di cura per il paziente cronico, mettendo in campo un approccio sistematico alla gestione della cronicità» e coinvolge contemporaneamente Asl, medici di famiglia, i rapporti ospedale-territorio anche attraverso la telemedicina, i pazienti che saranno seguiti in base alle linee guida di percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali.

E' il primo progetto del genere nella Regione Lazio, tra i primi in Italia a mettere insieme realtà che finora hanno collaborato poco e male. Un esempio concreto? Il paziente diabetico al quale, alla fine della visita, si prenota direttamente quella successiva ma anche gli esami che dovrà svolgere. Sembra l'uovo di Colombo, ma ci sono voluti mesi di confronti, l'integrazione delle piattaforme informatiche, la volontà di "prendere in carico" davvero chi ha patologie croniche e rappresenta già oggi il 40% della popolazione della Asl di Latina. Un dato destinato a crescere con l'aumento della popolazione.  

«Il modello - ha spiegato Casati - prevede un impegno dell’Azienda  nella programmazione e pianificazione dell’erogazione delle prestazioni medico-assistenziali, sulla base dei bisogni di cura indicati dal medico di medicina generale. Il progetto fa leva su un coinvolgimento diretto del paziente, che è chiamato, insieme ai medici di famiglia e  alla stessa ASL, a essere parte attiva delle azioni volte a prendersi cura del suo stato di salute: un vero e proprio “patto di cura” che porta benefici al paziente e ai suoi famigliari, e benefici al sistema sanitario, che può gestire attraverso un’organizzazione preventiva l’erogazione delle prestazioni».

Una centrale di coordinamento territoriale, per esempio, ricorderà ai pazienti che debbono assumere delle terapie o camminare come prescritto per un certo periodo, gli esami da svolgere e le prestazioni saranno escluse dalle liste d'attesa che inevitabilmente si "sgonfieranno", così come si attende di diminuire gli accessi impropri nei pronto soccorso degli ospedali, agendo con la cosiddetta medicina "di iniziativa". Inoltre per i pazienti cronici - e oggi c'è stata una dimostrazione in diretta con Ponza - sarà possibile per il medico di base consultare uno specialista ospedaliero durante la visita al malato grazie alla telemedicina.

Si parte con broncopmeumatie e diabete,  a nord della provincia (Aprilia e Latina) e nelle zone disagiate come Cori, Minturno e le isole di Ponza e Ventotene, ma l'obiettivo è arrivare a coprire l'intero territorio nel 2020 e lavorare anche su altre patologie croniche.  Dal 10 giugno i primi "arruolamenti". A fine anno il primo test per verificare se è stata - come tutti auspicano - una "rivoluzione". 

I RINGRAZIAMENTI

Il direttore generale Giorgio Casati lo ha definito «esempio di lavoro di squadra» e ha citato chi in questi mesi ha collaborato per arrivare all’attuazione del progetto, da Assunta Lombardi a Susanna Busco, da Roberta Biagi a Lorena Di Lenola, da Antonio Sabatucci a Laide Romagnoli e ancora Annamaria Di Trani, Walter Battisti, Marco Fiori e Anna Di Marco, Alessandra Stoppa e ovviamente tutti gli altri dipendenti coinvolti nell’iniziativa oltre ai «medici di base che hanno accettato la scommessa, a tutti gli 
esterni che ci hanno aiutato con l’ applicativo e le tecnologie». Ringraziamenti anche alla Regione e al Ministero della salute per i contributi ricevuti. 
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