«Nessuno si è preoccupato di far eseguire il test al mio assistito che solo nel 2000 ha scoperto la malattia - dice l'avvocato Renato Mattarelli - ma soprattutto i controlli inefficaci o assenti fanno ritenere che altri possano essere stati contagiati dagli stessi donatori, troppo tardi esclusi perché positivi all'Hcv». L'uomo risarcito con una sentenza della Corte d'Appello che ha ribaltato quella di primo grado - nella quale il caso si riteneva prescritto - all'epoca della trasfusione aveva 17 anni.
Si tratta dell'ennesimo caso relativo a quel periodo, noto non a caso come quello dello scandalo del sangue infetto sia per le donazioni sia per i farmaci emoderivati.
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