Ponza, incubo sul traghetto nella tempesta con onde di 5 metri: «Andiamo tutti a fondo». A bordo in 120, anche il sindaco

Un viaggio difficile, tutto da dimenticare, anche per il primo cittadino che ha fatto la traversata nella parte più alta della nave

Ponza, incubo sul traghetto: onde di otto metri. Anche il sindaco a bordo: «Si va a fondo»
di Rita Cammarone
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Sabato 21 Gennaio 2023, 22:36 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 11:01

Raffiche di vento fino a 60 nodi e onde alte cinque metri, venerdì pomeriggio, hanno reso la traversata Ponza - Formia un’esperienza estrema per i 120 passeggeri e membri dell’equipaggio del traghetto Tetide di LazioMar, arrivato indenne a destinazione dopo cinque ore di navigazione con un mare in tempesta sospinto dal Levante e dalle correnti fredde del Grecale. 

A bordo c’era anche il sindaco di Ponza Francesco Ambrosino, i docenti e gli impiegati che lavorano sull’isola e che nel fine settimana tornano sul continente, così come i ponzesi che raggiungono i famigliari residenti a Formia durante i mesi invernali. La corsa di venerdì pomeriggio era prevista per le 14.30 ed era particolarmente attesa dopo due giorni di mancate partenze per le condizioni meteo-marine avverse. 

Le immagini girate a bordo mostrano alcuni passeggeri che si fanno il segno della croce. «Andiamo a fondo, speriamo di sopravvivere, non vogliamo morire», dice uno di loro.

E il sindaco  Ambrosino: «Ce la siamo vista brutta, abbiamo davvero avuto una grande paura».

Venerdì mattina le previsioni del tempo avevano lasciato ben sperare, poi all’improvviso è cambiato tutto. Il comandante Giulio Calderisi si è trovato a dover prendere all’istante la decisione per il rischio minore. Alla fine, nonostante il viaggio incubo, ha avuto ragione.

«Farò una lettera di encomio a tutto l’equipaggio – ha commentato ieri mattina Michele Lauro, responsabile della flotta e direttore generale di Laziomar – perché la situazione a bordo è stata gestita benissimo, con la massima professionalità.

Nonostante la bruttissima tempesta, i passeggeri non hanno riportato neanche un graffio, nessun danno alle automobili e ai camion trasportati, nessun danno alla nave. Mi sembra che tutto ciò sia un risultato importante e meritevole di encomio per il comandante e il personale di bordo».

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SCELTA DIFFICILE

«Venerdì mattina il comandante e i nostri uffici – ha riferito il direttore Lauro – si sono consultati e sulla base delle previsioni metereologiche è stato deciso di partire alle 9 da Formia per poi rientrare nel pomeriggio, con partenza da Ponza alle 14.30 e arrivo a Formia alle 17. Nel viaggio di andata non c’è stato alcun problema. Ma ad un’ora dalla ripartenza si è alzato un fortissimo vento che ha ingrossato il mare rendendo difficoltosa l’uscita dal porto di Ponza. Perché, ricordiamolo, a Ponza non c’è un vero e proprio porto ma un rifugio». 
Si poteva non salpare ed evitare che 120 persone rischiassero la pelle? Alla domanda ha risposto con i fatti il comandante Calderisi: «Le previsioni ci dicevano – ha spiegato – che le condizioni sarebbero migliorate intorno alle 16. Dovevamo solo aspettare, per portare la nave fuori dal porto con un vento di minore intensità. Ma ad un tratto, con i passeggeri già a bordo e gli automezzi già imbarcati, alcune cime si sono rotte per la forza del mare e mantenere la nave in porto sarebbe stato ancora più rischioso che allontanarci dalla banchina. Siamo partiti, avevamo la scogliera a dritta e la secca a sinistra. Poi a mare aperto le cose sono andate meglio».

La nave ha proceduto lentamente, seguendo la rotta di sicurezza verso Ventotene, allungando sì il percorso ma affrontando le onde con la prua. «Mi rendo conto che le immagini diffuse sui social in queste ore siano davvero impressionanti – ha commentato il comandante – ma i ponzesi possono raccontare tante altre traversate impegnative».

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CRITICITÀ PORTO

Un viaggio difficile, tutto da dimenticare, anche per il primo cittadino che ha fatto la traversata nella parte più alta della nave: «I momenti più brutti – ha raccontato il sindaco Ambrosino - li abbiamo vissuti nei primi minuti di navigazione quando le onde erano gigantesche e facevano davvero paura, in prossimità della barra sabbiosa all’uscita dal porto. Me la sono vista brutta, ma ho avuto fiducia del comandante, come penso anche gli altri passeggeri che tutto sommato hanno mantenuto la calma. Quando siamo sbarcati eravamo tutti sani e salvi, la cosa più importante».

«Ma questa brutta esperienza – ha concluso il sindaco di Ponza - non può passare inosservata, perché di nuovo mette al centro delle fragilità dell’isola l’infrastruttura porto. Rivolgiamo un appello al Governo perché si stanzino le risorse necessarie alla realizzazione dei moli a protezione del porto di Ponza. Il progetto esiste già, mancano le risorse».

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