Si trattava di due parenti di esponenti del clan Di Silvio. Gli agenti si sono messi all’inseguimento della vettura, che procedeva in maniera pericolosa, riuscendo a fermarla poco più lontano. I due ragazzi, uno dei quali minorenne, sono stati accompagnati in Questura per accertamenti. Non avevano i documenti e così gli agenti li hanno condotti negli uffici per l’identificazione e le contestazioni amministrative relative alla velocità dell’auto. Poco dopo però, davanti alla porta carraia di via Murri, sul retro della Questura, sono comparsi i familiari dei due ragazzi.
Un capannello di parenti che ha cominciato a protestare contro i poliziotti, come già accaduto in altre occasioni. E’ bastato poco dunque perché si alzassero i toni. Il gruppo ha cominciato ad inveire contro gli agenti chiedendo di far uscire i due ragazzi, ma la situazione è poi degenerata. Dal capannello, il 26enne Cesare De Rosa, con numerosi precedenti di polizia, si è avvicinato a uno dei poliziotti e senza motivo gli si è scagliato contro sferrandogli un violento pugno sul volto. L’operatore ha riportato una lesione al labbro superiore che ha reso necessaria una medicazione e tre punti di sutura. Per l’aggressore, immediatamente bloccato dai colleghi, è scattato inevitabilmente l’arresto per resistenza e lesioni aggravate. Al termine delle formalità di rito è stato condotto nelle camere di sicurezza della Questura in attesa del rito direttissimo che si celebrerà nella giornata di oggi.
Per quanto riguarda invece i due occupanti dell’auto, il minorenne è stato riaffidato ai genitori mentre il conducente se l’è cavata con alcune sanzioni. I controlli in città da parte delle pattuglie della volante si sono intensificati dopo l'episodio avvenuto lunedì sera in via Moncenisio, proprio nel quartiere del clan rom, quando sono stati esplosi alcuni colpi di pistola. Un episodio per il quale è stato arrestato Ferdinando "Pescio" Di Silvio e sul quale la squadra mobile sta ancora indagando per risalire al movente.
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