Pontone esondato, Geppino: «Pensavo di morire come la mia povera moglie Concetta»

Pontone esondato, Geppino: «Pensavo di morire come la mia povera moglie Concetta»
di Sandro Gionti
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Martedì 8 Dicembre 2020, 10:37

Ha trascorso la notte in una delle stanze della Caritas diocesana, nel quartiere formiano di Castellone, in attesa che vengano ripristinati i servizi idrici ed elettrici nel suo appartamento al pianoterra sulla Canzatora, invaso all'alba di domenica dalla furia delle acque del torrente Pontone, appena esondato. Geppino Annunziata, 87 anni, marito di Concetta Gigliano, la donna di 82 anni che la notte del 31 ottobre 2012 venne travolta e uccisa da acqua e fango durante la prima esondazione del torrente Pontone, appare più sereno 24 ore dopo il nuovo straripamento del torrente che ha messo a repentaglio la sua vita.


«Sono stati momenti terribili racconta l'anziano signore mi è sembrato di rivivere le scene drammatiche di otto anni fa». In quella circostanza l'uomo e la moglie Concetta, sposati da circa 60 anni, cercarono riparo all'interno della propria auto, ma furono travolti dall'acqua e dal fango trasportati dallo stesso torrente e l'anziana donna, sbalzata lontano, non poté essere salvata. Venne ritrovata priva di vita qualche centinaio di metri distante, sul litorale di Vindicio. Tre anni fa quella tragedia venne ricordata con una commovente cerimonia, in quegli stessi luoghi, dagli amici del Comitato Pontone.

E a salvare questa volta Geppino Annunziata e la badante ucraina che si prende cura di lui, svegliati di soprassalto alle 6,15 di domenica mentre dormivano ignari di quello che stava accadendo fuori e che pochi minuti dopo avrebbe invaso anche l'appartamento al pianoterra, è stato proprio il presidente del Comitato Pontone, l'avvocato Pasquale Di Gabriele, presidente del Consiglio comunale di Formia, che abita al piano di sopra.


«Quando ci siamo accorti, poco dopo le 6, dell'esondazione del torrente racconta Di Gabriele io ed un mio vicino, Andrea, abbiamo citofonato a Geppino, mentre l'acqua continuava a salire, insistendo perché lui e la sua badante lasciassero immediatamente l'abitazione.

Lui è apparso sorpreso, alla fine però si è convinto, ma prima mi ha detto Ma il torrente non va al mare?. E io perentorio: Geppino vestiti. La badante urlava. L'acqua era già alta davanti alla casa di Geppino. Alta fino ad oltre il ginocchio mio e di Andrea e che arriava quasi alla vita del nostro anziano vicino di casa. Lo abbiamo preso sotto le spalle. Non ce la faccio, gridava, ha perso anche una scarpa. L'acqua continuava a salire, mancavano pochi metri ma alla fine siamo riusciti a trascinarlo fino al pianerottolo del piano di sopra, dove si è accasciato su una sedia, tremante ma salvo».


Geppino è stato quindi affidato ai Servizi Sociali del Comune e ospitato per alcuni giorni presso la Caritas, fino a quando non potrà tornare nella sua casa rimessa in ordine. Sta meglio. «Ho riposato bene dice Grazie di tutto».
S.Gio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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