Urta per caso un ordigno della guerra, vivo per miracolo dopo l'esplosione

Il pastore Francesco Mattei
di Barbara Savodini
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Domenica 31 Maggio 2020, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 09:43

Stava sorvegliando la sua mandria di cavalli quando ha urtato un ordigno bellico causando un’esplosione: è vivo per miracolo Francesco Mattei, pastore di Lenola. L’incidente la notte tra giovedì e venerdì sul Monte Appiolo, un rilievo di quasi mille metri al confine con il comune di Campodimele. Ci è voluto un po’ per capire cosa fosse successo: l’uomo si è ritrovato all’improvviso a terra, sanguinante e con dei dolori lancinanti al braccio destro. Qualche minuto dopo Mattei ha realizzato di essere stato sfortunato e miracolato allo stesso tempo. Da una parte la sfortuna di essersi imbattuto, di notte, in un ordigno bellico inesploso risalente alla seconda guerra mondiale, dall’altra la provvidenza che ha deviato la scheggia impazzita facendola conficcare tra polso e gomito.

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«Pochi centimetri – racconta il pastore – è probabilmente non sarei qui a raccontare questa storia. Per fortuna si trattava di un piccolo ordigno e i frammenti non hanno colpito organi vitali. Questo mi ha consentito di scendere con le mie gambe dalla montagna, prendere l’auto e andare al pronto soccorso». I sanitari dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Fondi hanno quindi estratto la scheggia metallica e dimesso il paziente con una prognosi di 15 giorni. Su quelle stesse colline, che quasi 80 anni fa furono teatro di battaglia tra forze alleate e tedeschi, non è raro imbattersi in ordigni bellici di ogni sorta e tipologia, ma fino ad oggi nessuno ne aveva mai fatto esplodere uno accidentalmente. 

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«L’oscurità mi ha tradito – prosegue Mattei – ma con il lupi che ogni notte attaccano, feriscono e minacciano i miei cavalli non ho alternativa, devo per forza sorvegliare la mandria che è ormai decimata». Dodici ore, qualche punto e un referto dopo, il pastore era già pronto per tornare sulle montagne a proteggere il gruppo di equini in pericolo. Risarcimenti? Mattei ci proverà anche se è una strada tutta in salita come dimostrano gli indennizzi minimi a fronte di decine e decine di pony di Esperia divorati da un pericoloso ibrido: una feroce specie nata dall’incrocio tra un cane e un lupo che sta sterminando greggi e mandrie sulle montagne pontine. «Abbiamo segnalato tutto alle autorità competenti – aggiunge l’avvocato Leone Grossi - a breve sarà effettuato un sopralluogo nel punto esatto dell’incidente, successivamente valuteremo eventuali azioni risarcitorie». Anche se l’ordigno è ormai deflagrato addosso al signor Mattei ed eventuali resti sono attualmente innocui, il rischio è che ne possano spuntare altri. Nel 2014, nelle stesse alture, oggi assiduamente frequentate da camminatori e amanti della mountain bike, ne vennero trovati altri tre, tutti inesplosi. Uno di questi, una bomba da mortaio di fabbricazione tedesca, era stato trovato da un lenolese mentre si aggirava per i boschi in cerca di funghi assieme ad uno zio mutilato proprio per un’esplosione simile nell’immediato dopoguerra. Erano e tutt’oggi sono gli echi della linea Gustav che, a distanza di 76 anni, ancora riecheggiano nelle pieghe del tempo e della storia

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