Latina, otto ore in coda al Goretti: ostaggio dei tamponi

Latina, otto ore in coda al Goretti: ostaggio dei tamponi
di Barbara Savodini
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Mercoledì 23 Settembre 2020, 10:46 - Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 12:21
Altra giornata di ordinaria follia al drive in di Latina, l'unico aperto dell'intera provincia dato che quello di Formia, secondo quanto riferito dall'operatore del numero verde 800 118 800, è dedicato esclusivamente al cluster della pescheria Purificato. In tanti, ieri, stavano facendo la fila per il secondo giorno consecutivo.
Lunedì alle 18, infatti, le auto che avevano già superato la sbarra del Goretti erano in numero superiore rispetto alla capacità della tenda nella quale lavorano solo due operatori fino alle 19. Persone rientrate nel contact tracing, turisti di ritorno dalle vacanze in Sardegna, Spagna, Grecia, zone rosse francesi e Croazia, pazienti in lista per un intervento chirurgico e docenti risultati positivi al sierologico: la casistica dell'interminabile colonna di auto, come nei giorni scorsi, era piuttosto variegata.

Anche ieri non mancavano situazioni paradossali, come quella di due donne di Aprilia senza patente, costrette a rimanere in fila, prima sotto la pioggia e poi sotto al sole cocente, per otto lunghissime ore. «Prendete nota dell'ultima targa - hanno suggerito loro al drive in - e tornate in fila quando la vettura che vi precede arriva alla sbarra».

Un progetto irrealizzabile, naturalmente, dato che i nervi dei conducenti erano a fior di pelle sin dalle prime luci del mattino ed erano tutti sull'attenti per prevenire l'inserimento dei furbetti di turno. La situazione si è complicata, poi, quando gli agenti della Municipale, per andare incontro alle pressanti richieste dei residenti intrappolati in casa, hanno fatto sgomberare via Guido Reni frammentando la fila. Non sono mancati momenti di tensione quando gli ultimi arrivati, eseguendo quanto chiesto loro dagli agenti, hanno cercato di inserirsi nella preesistente fila con persone in attesa ormai da quattro, cinque anche sei ore. Sì perché alcuni hanno pensato di fare la levataccia e conquistare un posto in pole position già tre ore prima dell'apertura del drive in. La situazione è diventata esplosiva quando è scattato il classico scaricabarile: secondo gli agenti in servizio la gestione della fila è infatti una responsabilità della ASL e a chi ha provato ad alzare la voce è stato suggerito di avvisare i carabinieri. Chiamando il 112 le telefonate sono state dirottate alla polizia che ha preso nota della segnalazione ribadendo come la viabilità sia una competenza della Municipale. Nel frattempo la fila, che scorreva lentissima, è diventata sempre più lunga con ulteriori problemi di circolazione e ordine pubblico. Una trappola infernale un po' per tutti: per gli addetti ai lavori, costretti ad un superlavoro e a sorbirsi le feroci lamentele degli utenti; per i residenti, le cui vetture sono rimaste bloccate per ore e per le persone costrette, giustamente, dal sistema sanitario a fare un tampone ma poi non messe nelle condizioni di assolvere agli obblighi imposti dalla legge.

Il tutto considerando, vale la pena ribadirlo, che il test molecolare non può essere fatto privatamente ma solo tramite il sistema sanitario regionale munendosi, preventivamente, di ricetta dematerializzata. Beffa per chi, dopo la fila, ha scoperto di non poter fare il tampone con il solo titolo di viaggio contrariamente a quanto riportato sul sito di Salute Lazio o per chi non aveva sul documento il giusto codice. Insomma, un solo drive in per 33 comuni, senza un piano per gestire la viabilità all'esterno del Goretti, la classica penuria di personale dedicato e informazioni non precise: se anche ieri i malumori non sono degenerati in disordini e risse è stato solo un miracolo.
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