Gli operatori del servizio 118 del Lazio rischiano di restare a casa. E' quanto emerso nel corso di un incontro con la direttrice generale di Ares Maria Paola Corradi, presenti i consiglieri regionali Lena, Tripodi e De Vito. «I punti - spiega Vinicio Amici, segretario regionale del sindacato Confail - sono stati: il processo di internalizzazione del servizio di Emergenza-Urgenza 118 e la tutela dei livelli occupazionali. La direttrice ha risposto che per quanto riguarda gli infermieri si farà un concorso, idem con gli autisti come generico, ma per i soccorritori non c'è spazio. Tutte le altre regioni chiedono per gli autisti 5 anni di esperienza per ambulanza come cita la Legge 220, nel Lazio si permette di far salire in ambulanza anche il fattorino. Per gli infermieri che da anni svolgono il servizio con dedizione verranno valutati gli anni di esperienza? Il problema piu grave sono tutti i soccorritori che fine faranno?».
Il sindacato cita una serie di norme che il bando avrebbe "superato", a partire dalla necessità di equipaggi con tre persone, e proclama lo stato di agitazione « per la tutela dei posti di lavoro dei famosi angeli, cosi chiamavano gli operatori.
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