Le numerosissime testimonianze raccolte tra familiari, vicini, e frequentatori del bar “Il Melograno”, che si trova proprio accanto alla palazzina del delitto, oltre a consentire di elaborare un identikit, hanno inoltre permesso di restringere l’orario in cui si sarebbe consumato l’omicidio ovvero tra le 17:00 e le 18:00 del 14 marzo. Accesso, accoltellamento e fuga dei malviventi sarebbero avvenuti, dunque, addirittura un’ora prima del ritrovamento dell’anziano, il quale sarebbe quindi morto per dissanguamento a seguito dei numerosi fendenti.
I punti di ombra, comunque, sono ancora troppi: cosa cercavano gli assassini in camera da letto? documenti? Un’agenda? Segreti nella quotidianità di un pensionato di 79anni, fino a qualche anno fa un umile operaio, che nessuno sembra conoscere, neppure i suoi familiari più stretti. Dall’appartamento pare non essere sparito nulla ma nel frugare frettolosamente in cassetti e armadi gli assassini potrebbero aver lasciato una traccia; potrebbero aver fatto un passo falso. Ed è in questo spiraglio che gli uomini della scientifica e gli agenti coordinati dal vice questore Massimo Mazio cercano prove e, soprattutto, risposte.
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