​La ex moglie del killer di Sabaudia: «E' un violento, picchiava anche me»

Dopo il delitto Di Girolamo è andato da un amico: "Ci vediamo tra 15 anni, ho ucciso Marco Gianni"

La ex moglie del killer di Sabaudia: «E' un violento, picchiava anche me»
di Marco Cusumano
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 19 Aprile 2023, 12:22

Possessivo ma anche violento, al punto da picchiare la ex moglie in diverse occasioni. E' il ritratto che emerge dalle parole della donna ascoltata dai carabinieri dopo il fermo di Riccardo Di Girolamo, responsabile di aver ucciso il nuovo compagno della sua ex, Marco Gianni, a colpi di fucile.

La donna, che ha avuto due figli di 7 e 10 anni con Di Girolamo, ha raccontato agli investigatori che l'ex marito era molto violento anche con lei, riferendo di aver subito aggressioni fisiche per molti anni senza però presentare mai una denuncia. Anche per questo la loro relazione era finita. La donna, sconvolta dopo l'omicidio del suo nuovo compagno con il quale stava da ormai due anni, ha riferito anche altri dettagli, descrivendo Di Girolamo come un uomo che diventava ancora più violento dopo aver assunto droga e alcol. E' proprio Di Girolamo a confermare ai carabinieri di assumere stupefacenti e di essere seguito dal "Sert" in un programma terapeutico. Inoltre Di Girolamo, secondo la donna, minacciò di morte lei ma soprattutto il suo nuovo compagno, considerandolo il motivo della fine del loro legame. Dettagli che saranno verificati dai carabinieri del Nucleo investigativo di Latina, diretto dal maggiore Antonio De Lise, che hanno risolto il delitto con un'indagine lampo che ha portato al fermo del responsabile dopo poche ore.

GLI ORARI
Secondo la ricostruzione, il delitto è avvenuto tra le 16.05 e le 16.13 di giovedì scorso.

Alle 16.05, infatti, la compagna di Marco Gianni riceve da lui l'ultimo messaggio su whatsapp. Poi il nulla.

La donna riferisce di aver mandato altri due messaggi, alle 16.22 e alle 17.24, ai quali non ha mai ricevuto risposta.
Poco dopo le 16.05, infatti, Marco Gianni viene raggiunto nell'azienda di famiglia a borgo San Donato da Riccardo Di Girolamo che, senza scendere dall'auto, spara due colpi con un fucile a canne mozze e poi, dopo essere sceso dalla Fiat 500 L, altri tre colpi con un fucile semiautomatico, per "finire" il rivale. Poi fugge via e, alle 16.13, la sua auto viene rispesa da una telecamera distante 750 metri dal luogo delitto, una distanza percorribile in un minuto in auto.

A quel punto, sempre secondo la ricostruzione degli investigatori, l'omicida va a Pontinia per raggiungere un suo amico di vecchia data. Si presenta nella sua attività commerciale in viale Italia, lo abbraccia forte e gli dice parole che lo lasciano di stucco: «Ciao amico mio, ci vediamo tra 15 anni». L'amico chiede perché? «Mi vado a fare 15 anni perché ho appena ucciso Marco G».

E' questo il nomignolo con cui veniva chiamato Marco Gianni, amico sia del killer che del suo amico al quale aveva appena confessato il delitto. L'uomo è rimasto di ghiaccio chiedendo ulteriori spiegazioni. Di Girolamo a quel punto è andato via, mentre l'amico, sconvolto, si è consultato con un'amica e poi ha chiamato i carabinieri raccontando tutto. Anche dalle sue parole è emersa la gelosia possessiva verso l'ex moglie e il livore verso il nuovo compagno.

LA PREMEDITAZIONE
Il giudice Giuseppe Cario, che ha firmato l'ordinanza, non ha dubbi sulla premeditazione dell'omicidio: «Non è stato un moto d'impeto, ma una scelta consapevole, annunciata e seguita da una programmazione studiata».

© RIPRODUZIONE RISERVATA