Due ergastoli e due condanne a 22 anni di carcere. Si è concluso ieri - con la conferma della sentenza di primo grado da parte della Corte di assise di appello di Roma - il processo per l'omicidio del boss Gaetano Marino, freddato a colpi di pistola nell'agosto 2012 sul lungomare di Terracina.
Sul banco degli imputati c'erano Arcangelo Abbinante, 30 anni, considerato l'esecutore materiale, Giuseppe Montanera, 44 anni, componente del commando, Carmine Rovai, 53 anni, e Salvatore Ciotola, 58 anni, che avevano fornito supporti logistico ai killer. Per i primi due i magistrati hanno confermato il carcere a vita, per gli altri 22 anni. L'uccisione di Marino era stata una vera e propria esecuzione in pieno giorno davanti a decine di bagnanti terrorizzati. Moncherino questo il soprannome della vittima che aveva perso alcune dita maneggiando esplosivi - era un esponente di spicco del gruppo camorristico degli scissionisti di Secondigliano, quartiere di Napoli dove in quegli anni imperversava una guerra tra clan per il controllo dello spaccio di droga.
Quel pomeriggio di agosto l'uomo - che era in vacanza a Terracina con la famiglia si trovava allo stabilimento Sirenella quando qualcuno lo aveva chiamato facendolo risalire dalla spiaggia al lungomare. Qui due uomini a bordo di una moto avevano esploso alcuni colpi di pistola a distanza ravvicinata per poi fuggire senza lasciare tracce.