Romina De Cesare, l'ex compagno confessa. Sul bloc-notes scriveva: «Non volevo ucciderla, la amo»

L'ex compagno di Romina fermato nella notte: «Ho gettato il coltello in mare, avevo deciso di farla finita»
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Mercoledì 4 Maggio 2022, 09:27 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 00:03

Pietro Ialongo, l'ex compagno di Romina De Cesare, ha confessato l'omicidio della donna. L'uomo ha ucciso la ex a Frosinone: prima l'ha strangolata e poi finita con alcune coltellate. È quanto emerge da una nota congiunta diffusa dalle Procure di Frosinone e Latina. L'uomo è al momento in stato di fermo per omicidio volontario aggravato. Dopo l'omicidio Ialongo avrebbe tentato di togliersi la vita. Gli inquirenti hanno trovato anche un bloc-notes dove l'uomo aveva appuntato alcune frasi, tra cui la verosimile confessione del delitto: «Non volevo ucciderla. La amo».

L'interrogatorio

Ialongo è stato sentito questa notte dai pm delle Procure di Latina e Frosinone in una stanza del pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria Goretti. L'uomo indiziato dell'omicidio di Romina De Cesare al termine dell'interrogatorio è stato raggiunto da un decreto di fermo emesso dalla Procura di Latina.

Attualmente si trova ancora in osservazione nell'ospedale pontino. Ieri Ialongo dopo essere stato fermato a Sabaudia mentre si aggirava in stato confusionale, nudo sulla spiaggia nei pressi di Torre Paola, era stato portato in ospedale per accertamenti, mentre a Frosinone veniva trovato il corpo senza vita della sua ex. Romina De Cesare è stata uccisa con una decina di coltellate nel suo appartamento di via Plebiscito, nel cuore del centro storico di Frosinone.

Nella notte sono arrivati in ospedale il sostituto procuratore di Latina, Claudio De Lazzaro, e la sua collega di Frosinone, Barbara Trotta. All'interrogatorio hanno preso parte anche i carabinieri del Nucleo investigativo di Latina.

«Aveva deciso di farla finita»

Non è ancora chiaro quali ammissioni abbia fatto Ialongo, ma gli inquirenti hanno raccolto abbastanza elementi per far scattare il fermo. L'uomo avrebbe riferito di aver gettato il coltello in mare e che aveva deciso di farla finita, dopo essersi reso conto di quello che aveva fatto. Ialongo è indiziato dell'omicidio della sua ex. RIalongo e la De Cesare si erano lasciati tre mesi fa. Sulla sua pagina Fb la ragazza aveva rilanciato diversi post di iniziative contro la violenza sulle donne, forse l'indizio che stava vivendo con angoscia la fine della storia con Ialongo.

 

Pochi minuti fa Ialongo ha lasciato in ambulanza il Santa Maria Goretti e scortato da una pattuglia dei carabinieri di Latina ha raggiunto il comando provinciale dell'Arma, in piazza della Libertà. 

Pietro Ialongo ha da poco lasciato la Caserma Cimarrusti, ancora con il camice bianco dei pazienti ricoverati. Le Procure di Latina e di Frosinone hanno annunciato che sarà sottoposto a interrogatorio di convalida del fermo.

L'interrogatorio

«All’esito di una approfondita attività di indagine coordinata, congiuntamente, dalla Procura della Repubblica di Frosinone e di Latina e condotta dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Frosinone e dal Comando Carabinieri Stazione di Sabaudia, unitamente al Reparto Operativo, nucleo investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Latina, è stato disposto il fermo di una persona per il reato di omicidio aggravato ai danni di Romina De Cesare, di anni 36, avvenuto in Frosinone» hanno spiegato i due procuratori della Repubblica, Giuseppe De Falco di latina, e Antonello Gerrero di Frosinone.
 

«Le indagini sono sorte a seguito di segnalazione dell’attuale compagno - si legge nella nota - insospettito dal fatto che la donna non dava più notizie dalla notte precedente; il successivo intervento della Squadra Mobile nell’abitazione della stessa consentiva di costatare la presenza del cadavere riverso al suolo della Romina De Cesare, uccisa da diverse coltellate. Veniva quindi effettuato un sopralluogo nell’abitazione della donna in Frosinone dai magistrati della Procura di Frosinone con l’assistenza di personale della Polizia Scientifica di Roma e del medico legale e si ricercavano tutti gli elementi utili per l’individuazione del responsabile dell’omicidio».

«Nel frattempo - chiariscono i due Procuratori - i Carabinieri di Sabaudia notavano aggirarsi sul litorale pontino in uno stato confusionale l’ex fidanzato della vittima con escoriazioni e graffi, giunto ivi con la sua auto Audi A 4; lo stesso veniva condotto presso l’ospedale Goretti di Latina per le necessarie cure. Le indagini successive facevano emergere l’esistenza di una serie di contrasti tra la vittima e l’ex fidanzato, accresciuti a seguito della nuova relazione della donna con un’altra persona. Inoltre, una serie di elementi rinvenuti attraverso l’accurato sopralluogo e le indagini effettuate nell’immediatezza portavano ad individuare i presupposti per considerare l’ex fidanzato come indagato del reato di omicidio ai danni della Romina De Cesare».

«Ulteriori elementi emergevano a carico dell’ex fidanzato - spiega la nota - per tale omicidio, oltre che dai graffi e dalle ecchimosi riscontrate sullo stesso ed accertate dal medico legale incaricato dalla Procura di Latina, anche da una busta che lo stesso aveva in mano al momento del suo rinvenimento da parte dei Carabinieri; era così possibile dedurre elementi indiziari a suo carico per il grave delitto e la sua probabile intenzione di suicidarsi. Successivamente i P.M. di Frosinone e Latina provvedevano ad interrogare l’uomo, che ammetteva la sua responsabilità per l’omicidio ed il tentativo di suicidarsi per questo; veniva quindi emesso decreto di fermo nei suoi confronti per il reato di omicidio con l’uso di arma da punta e taglio ai danni dei Romina De Cesare. Si celebrerà udienza per la convalida del fermo presso il Tribunale di Latina».

«Sono ancora in fase di accertamento le motivazioni del gesto, verosimilmente riconducibile a motivi di gelosia - spiegano De Falco e Guerriero -  anche se ulteriori approfondimenti sono in corso in merito ad eventuali motivi economici. L’uomo, non accettando la nuova frequentazione della sua ex compagna, al rientro da una serata fuori l’avrebbe dapprima strangolata e successivamente ripetutamente accoltellata, abbandonandola in una pozza di sangue, per poi darsi alla fuga. Durante la sua corsa in direzione del litorale pontino l’uomo avrebbe asseritamente posto in essere gesti autolesionistici e tentativi di suicidio, sia mediante strangolamento sia mediante il taglio delle vene, non riuscendo nel suo intento. Una volta giunto sul promontorio del Circeo, avviatosi verso la spiaggia di Sabaudia, l’uomo avrebbe tentato infine di annegarsi. L’uomo si sarebbe successivamente disfatto degli indumenti che indossava, rimanendo nudo sulla spiaggia dove è stato poi notato dai Carabinieri di Sabaudia, che, ricostruito quanto accaduto all’uomo ed accertatisi della sua identità e della sua provenienza, hanno immediatamente contattato la Questura di Frosinone».

Le indagini hanno permesso infine di rinvenire un bloc notes dove l’uomo aveva appuntato alcune frasi, tra cui la verosimile confessione del delitto. “Non volevo ucciderla. La amo” avrebbe scritto sul primo dei diversi fogli. Le due Procure però ricorsano che «ai sensi dell’art.27 della Costituzione la responsabilità del predetto indagato per il reato in precedenza indicato verrà accertata solo all’esito di giudizio definitivo».

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