Ninfa, la Manhattan del Medioevo: uno studio della Sapienza fa riscoprire la città sotto il giardino più bello del mondo

Ninfa, la Manhattan del Medioevo: uno studio della Sapienza fa riscoprire la città sotto il giardino più bello del mondo
di Vittorio Buongiorno
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Lunedì 19 Settembre 2016, 11:44
Siamo abituati a considerare Ninfa un giardino, anzi il giardino, il più bello d'Italia, per il New York Times tra i dieci più belli del mondo, un luogo incantevole che ha ospitato e ospita re e regine d'Europa, a cui si è ispirato Giorgio Bassani per ricreare il Giardino dei Finzi Contini in una nobile dimora ferrarese. Ce ne sarebbe abbastanza per fermarsi qui e accontentarsi di questa meraviglia creata negli anni Venti da Gelasio Caetani, da sua madre Ada Wilbraham e dalla cognata, in quella landa desolata cresciuta intorno ai ruderi medievali. Invece no, c'è molto altro, molto di più.
Un patrimonio storico e monumentale prezioso tanto quanto il giardino che sta tornando alla luce grazie all'intuizione della Fondazione Caetani e del suo presidente, Piergiacomo Sottoriva, e all'impegno dei professori dell'Università La Sapienza di Roma. «Quello che vide Ferdinand Gregorovius affacciandosi da una finestrella di Norma - racconta Sottoriva - per altro la finestrella di un bagno, e che con espressione felice chiamò la Pompei del Medioevo, riemerge dopo secoli dai rilievi compiuti da docenti, tesisti, dottorandi, ricercatori dell'ateneo romano in forma di tavole che danno vita a una mostra antologica». Conoscere per condividere, come il professor Alessandro Viscogliosi, consigliere della Fondazione e docente di Strumenti e metodi della ricerca storica della Facoltà di architettura, e le sue colleghe Daniela Esposito e Priscilla Paolini ci hanno tenuto a sottolineare. «Un enorme patrimonio di dati che servirà anche per la conservazione di un bene così prezioso», spiega la professoressa Esposito.

«Il medioevo sotto al giardino»
Già, perché c'è Il medioevo sotto il giardino (questo il titolo della mostra che sarà aperta e visitabile gratuitamente tre pomeriggi a settimana presso l'oasi di Pantanello il giovedì, venerdì e sabato dalle 16 alle 19), «una enciclopedia del medioevo conservata benissimo e soprattutto non contaminata - spiega Viscogliosi - essendo stata abbandonata alla metà del quindicesimo secolo». Di quella città oggi vediamo le mura, i ruderi del castello e della torre, e, sparsi nell'area del giardino, i resti di chiese e abitazioni.
Era una città presumibilmente di 4 mila abitanti, una metropoli per quei secoli bui, con edifici anche a quattro piani, una sorta di Manahattan del medioevo, dice Sottoriva, una città all'avanguardia, perché i Caetani erano una famiglia importante e avevano accesso a quel bagaglio di conoscenze che era patrimonio delle elité del tempo, tanto che la torre di Ninfa fu costruita con accorgimenti che richiamano quelli della Torre di Pisa costruendo in arretrato la parte più alta spiega Viscogliosi ovvero storcendo i blocchi al contrario, e che il consolidamento del castello che stava scivolando nel lago essendo stato costruito sulla melma fu ottenuto grazie alla spinta dell'acqua innalzata con la realizzazione della diga.

Patrimonio da salvaguardare
Lo studio è quindi un grande risultato storico, ma anche un passaggio fondamentale teso alla salvaguardia del patrimonio monumentale di Ninfa. Infatti il primo obiettivo è l'elaborazione di una Carta del rischio che consentirà interventi mirati di conservazione. Uno studio che dà alla Fondazione «piena consapevolezza del patrimonio a lei affidato spiega Sottoriva ma anche delle enormi responsabilità che da oggi su di essa gravano. Il Giardino e la Ninfa Medievale sono a tutti gli effetti un caso nazionale ed europeo, che merita l'attenzione di tutti gli enti, dalla Regione, al governo nazionale a quello europeo, perché la Fondazione Caetani non può pensare da sola ad affrontare il peso della continuità del suo destino».
 
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