Sposata da 16 anni, Antonietta Gargiulo aveva cercato disperatamente di tenere a distanza il marito violento, un carabiniere. Ha dettagliato la sua violenza alla famiglia scrive il NY Times agli amici, al parroco e ai suoi colleghi, che l'avevano visto fisicamente attaccarla di fronte alla fabbrica dove lavorava. Ha intentato una causa e ha ottenuto l'aiuto di psicologi e assistenti sociali per assistere le sue due figlie. Ha anche riferito l'abuso di suo marito al Comando dei carabinieri (di Velletri, ndr), chiedendo aiuto e di sequestrare la pistola d'ordinanza, senza successo. Il NY Times, partendo da Cisterna, vuole richiamare l'attenzione su un problema cronico, spesso trascurato in Italia, la mancanza di una risposta efficiente agli abusi contro le donne, a partire dalle forze dell'ordine. Circa 150 donne all'anno vengono uccise in Italia dai loro partner diffidati, secondo Eures, istituto indipendente di ricerca sociale ed economica. È uno dei prezzi più alti in Europa, insieme alla Germania e al Regno Unito, anche se la popolazione italiana, di circa 60 milioni di abitanti, è più piccola. Quel prezzo è rimasto stabile nonostante il lavoro dei sostenitori delle donne per fornire una rete di sicurezza più forte. Inoltre in un terzo dei casi mortali in Italia, secondo Eures, le vittime si erano già lamentate con le forze dell'ordine. L'Italia ha ratificato le convenzioni internazionali sul contenimento della violenza contro le donne, ma l'applicazione macroscopica della legge e le barriere culturali portano molte donne maltrattate a rimanere in silenzio. È vero. Ma c'è da sottolineare che dopo la strage di Cisterna c'è stata un'impennata di denunce per stalking in provincia. A Cisterna, da marzo a giugno, sono stati 8 gli arresti del commissariato nei confronti di mariti/conviventi violenti.
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