Ha perso mani e piedi a causa di una meningite fulminante e, dal 2019, utilizza delle protesi fornite dalla Asl. Fabio Carlesso, 48enne di Sezze (Latina), vive da allora con arti artificiali ormai obsoleti che gli consentono soltanto dei movimenti limitati. Ora però Fabio sogna la possibilità di ottenere delle nuove mani “bioniche” di ultima generazione con le quali la sua qualità della vita è destinata a migliorare sensibilmente. Il problema è che la Asl non fornisce questo tipo di protesi, ma soltanto quelle “basiche” di tipo tridigitale che non consentono di muovere singolarmente le dita. Le protesi più avanzate, invece, devono essere acquistate privatamente e costano 60.000 euro, una spesa che non può essere rimborsata dalle Asl a causa del nomenclatore tariffario fermo al 1999.
«Per questo ho deciso di lanciare una raccolta di fondi sulla piattaforma di “Gofundme” - spiega Fabio - che in pochi giorni mi ha consentito di arrivare a circa 30.000 euro, un risultato davvero inaspettato».
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LA MALATTIA
Tutto è iniziato una domenica primaverile, nel 2019. Era il 17 marzo quando Fabio avverte un malessere sempre più intenso. «Non mi sentivo bene - racconta - ma all’inizio sembrava una cosa banale, ho pensato magari a un colpo di freddo». La mattina dopo, invece, Fabio sente un dolore improvviso e fortissimo alle mani, poi arrivano le convulsioni e perde i sensi. La moglie chiama il 118, l’ambulanza trasferisce Fabio all’ospedale Goretti di Latina da dove viene poi trasferito al San Giovanni di Roma. «Ricordo solo il prelievo - racconta - poi mi sono risvegliato dal coma il giorno dopo a Roma, avevo dolori fortissimi e mia moglie mi ha dato una notizia devastante: avevo perso le mani e i piedi». La diagnosi è terribile: meningite fulminante. Per salvare la vita a Fabio, i medici hanno dovuto amputare gli arti superiori e inferiori.
LA NUOVA VITA
«La mia vita è cambiata quel giorno, è stata una notizia scioccante ma ero comunque vivo e questa era la cosa più importante. In seguito, ho messo le protesi alle gambe e alla braccia e ho cominciato la riabilitazione. Un percorso lungo e faticoso». Passano le settimane e Fabio impara a utilizzare al meglio le protesi fornite dalla Asl, tanto da ottenere una patente speciale per la guida che gli consente una maggiore autonomia e anche la possibilità di riprendere a lavorare.
«Sono impiegato come capo magazziniere in un’azienda di Latina - racconta - e devo dire che i colleghi mi sono venuti incontro sin dal primo momento. Il mio ruolo è stato ovviamente riadattato alla nuova situazione, ora vado in sede per mezza giornata e poi lavoro in smart working». Anche a casa, con la moglie e i suoi due figli di 13 e 12 anni, Fabio riesce a trovare un nuovo equilibrio. «I ragazzi ormai mi dicono che neanche ricordano come ero prima, si sono abituati», racconta con un sorriso dal sapore un po’ amaro.
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