Il 10 ottobre 2018, davanti ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia, il collaboratore di giustizia parla delle società riconducibili a Pasquale Maietta, arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Arpalo”. Riccardo inizia a parlare di Pierluigi Sperduti, suo cugino: «Lui è finito negli impicci di Maietta nonostante avesse un posto fisso alla Findus a 2.000 euro al mese. Maietta lo fece lavorare con le società, lo mise nel Latina Calcio e lui cambiò completamente tenore di vita (...). Ha avuto intestate società, immobili appartenenti a Maietta di cui posso dire che è il cavallino, in quanto uomo di fiducia. La moglie di Sperduti, Paola Neroni, è lamente strategica, poi vi spiego».
Agostino Riccardo, ritenuto attendibile dagli investigatori, fornisce dettagli, nomi e informazioni che descrivono in maniera piuttosto dettagliata gli affari della criminalità pontina.
«Sperduti - spiega il pentito - ha fatto il salto di qualità, abitava in un appartamento costosissimo, attico e super attico con piscina, Audi Q7, Rolex, aveva tantissimi soldi e si vedeva. Andavamo sempre all’Angolo del Caffè, che era il bar di Giovanni Fanciulli, tuttofare di Maietta, e tale Cipolla (...). Poi il bar venne venduto (...) e alla fine era della moglie di Maietta. Io frequentavo quel bar da una vita e quando Maietta l’ha preso abbiamo fatto anche riunioni per le campagne elettorali, in alcuni casi ho assistito a colloqui su appalti (...) e alle mazzette necessarie... Io Cha Cha, Palletta e Viola eravamo tutti là, tutti i giorni prima degli arresti di Don’t Touch. Al bar pranzavamo quasi tutti i giorni e non pagavamo, erano presenti tutti quelli dell’ufficio di Maietta e alle tavolate era presente anche Costantino Di Silvio».
Secondo Riccardo le società e gli affari di Maietta venivano gestiti con il supporto, come prestanome, di Sperduti, Fanciulli, Noce, Neroni e Allegretti, «tutta gente che era vicina a Pasquale e ha fatto i soldi». Continua il pentito: «Fabrizio Colletti mi dava 250 euro a settimana perché io mi occupavo della sua protezione perché lui era pauroso, un figlio di papà, e lui era entrato nel Latina Calcio. Fu Pasquale Maietta a dirci di proteggere Colletti».
Il collaboratore spiega poi come funzionavano gli affari: «Le attività illecite erano relative alle società intestate e all’evasione fiscale. Le società non pagavano le tasse, facevano finti dipendenti, avevano le cooperative, non pagavano nessuno, è questa la realtà. Io lo so perché stando al bar sentivo fare discorsi riguardanti cooperative, soprattutto da Fanciulli che avrà intestate 30 o 40 società. Diceva spesso che avevano fatto il salto di qualità, che aveva molte coop che assorbiva i dipendenti, che non pagava l’Iva e ci sfottevamo perché lui diceva che noi facevamo la malavita e lui la faceva con la penna. Sperduti si sentiva con Cha Cha 30 o 40 volte al giorno».
Poi Riccardo parla di Paola Neroni: «Lei è una stratega, controlla la contabilità per Maietta, è la sua calcolatrice, è una persona di fiducia, sono 20 anni che lavora con Pasquale e dirige il suo ufficio. Quando facemmo la campagna elettorale per Maietta nel 2007 lei era già al suo studio. Lei sa tutte le operazioni illecite che fa Maietta».
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