Latina, omicidio dopo la spedizione punitiva: 9 arresti della polizia

La comunità indiana di braccianti agricoli stava festeggiando la nascita del figlio di uno di loro

Latina, omicidio dopo la spedizione punitiva: in corso 9 arresti della polizia
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Venerdì 29 Aprile 2022, 10:02 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 07:17

La squadra mobile di Latina sta eseguendo in questi minuti nove misure cautelari nell'ambito di una inchiesta sull'omicidio di un cittadino indiano avvenuto a Borgo Montello l'estate scorsa. Gli arresti sono in corso, gli agenti della polizia di Stato stanno notificando i provvedimenti in questi minuti. 

I fatti la sera del 30 ottobre scorso. La notte tra sabato e domenica a Latina, precisamente in via Monfalcone a Borgo Montello, a poche decine di metri dalla discarica. Nel giardino di una abitazione, un ex podere di due piani fuori terra, era in corso una festa: circa cinquanta persone della comunità indiana di braccianti agricoli che lavorano nei campi della zona stavano festeggiando la nascita del figlio di uno di loro, venuto alla luce in India circa un mese prima. Ad un certo punto è arrivato un gruppo - non invitato - ed è scoppiata una violenta rissa.

A terra, ucciso dalle sprangate, rimase proprio il padre che stava festeggiando la nascita del figlio, Singh Jaseer un 29enne bracciante agricolo indiano. Altri dieci indiani furono feriti in maniera più o meno grave, ma nessuno in pericolo di vita: vennero soccorsie poi  ricoverati in parte al “Goretti”, in parte in altri ospedali dei Comuni vicini, tra Anzio e Roma.
 

Oggi dopo sei mesi di indagini su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina la Squadra Mobile di Latina, ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Latina nei confronti di nove persone gravemente indiziate, a vario titolo, di reati ai reati di omicidio volontario, porto illegale di pistola, lesioni personali aggravate e rapina aggravata.

«L’attuale misura - spiegano Procura e Questura - costituisce l’epilogo di una attività di indagine che ha avuto origine a seguito della violenta aggressione perpetrata il 30 ottobre scorso quando gli odierni destinatari della misura cautelare fecero irruzione all’interno dell’abitazione di un loro connazionale ove si tenevano dei festeggiamenti e, armati di pistola e mazze di ferro, aggredirono i presenti cagionando la morte di Sumal Jagsheer ed il ferimento di ulteriori diversi soggetti sempre di nazionalità indiana».

Nell’immediatezza dei fatti fu sottoposto a fermo S.J.

ritenuto responsabile dell'omicidio.  Sumal Jagsheer morì quella notte a seguito l’aggressione. «Le successive indagini coordinate Procura di Latina e condotte dalla Squadra Mobile, attraverso l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali - spiega la nota diramata da Procura e Questura - hanno permesso di ricostruire la dinamica degli eventi occorsi e ricondurre la commissione dei fatti ad un gruppo di cittadini indiani, capeggiato da S. J. che con violenza e minaccia ha compiuto la spedizione punitiva. In tale contesto, sembra emergere come l’azione sia stata preordinata per punire alcune delle persone presenti ai festeggiamenti, ritenuti colpevoli di essersi allontanate dal sodalizio in argomento, oltre che per incutere timore e paura nei confronti di esercenti commerciali, sempre appartenenti alla comunità indiana».

La misura cautelare è stata disposta anche per una rapina commessa  il due ottobre 2021 ai danni di un esercente commerciale, di nazionalità indiana, a cui veniva sottratta la somma contante di 3500 euro. «Tra gli approfondimenti investigativi, rilevano i riscontri assunti da personale della Polizia Scientifica che hanno documentato l’utilizzo, durante tale azione intimidatoria, da parte del gruppo in questione, di un pistola calibro 9 corto - spiega la nota - dalla quale venivano esplosi tre colpi d’arma da fuoco; nella medesima direzione si accertava il rinvenimento di tracce biologiche, riconducibili ad alcuni degli indagati, sulla spranghe brandite nel corso delle colluttazione avuta con la vittima e sequestrate durante il sopraluogo avvenuto la stessa notte dell’omicidio».

«Il procedimento - conclude la Procura - versa tuttora nella fase delle indagini preliminari, con la conseguenza che per tutti gli indagati vige il principio di presunzione di innocenza».

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