Sermoneta, bruciarono auto di sindaca e vice: arrestati il presidente della Pro Loco e altri tre

Sermoneta, bruciarono auto di sindaca e vice: arrestati il presidente della Pro Loco e altri tre
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Sabato 26 Settembre 2020, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 14:36

I carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia  hanno arrestato 4 persone ritenute responsabili degli incendi dolosi delle auto della vicesindaca di Sermoneta, Maria Marcelli, avvenuto il 7 e 22 febbraio scorsi e della sindaca Giuseppina Giovannoli, avvenuto lo scorso 9 maggio. E' una storia incredibile quella emersa al termine delle indagini. Tra gli arrestati figura Giuseppe Gentile, presidente della Pro Loco di Sermoneta. E' stato lui ad assoldare prima Giovanni Bernardi (latinense, accusato del primo incendio e poi finito in carcere per una rapina) e Manuel Poli (accusato degli altri incendi dolosi) bloccato insieme alla compagna Angela Totti che lo aveva accompagnato a compiere l'attentato.
 

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Il 9 maggio scorso si era capito subito che l’ incendio che aveva bruciato l’automobile del sindaco di Sermoneta, Giuseppina Giovannoli, e quella di suo fratello era doloso: inequivocabili le tracce di liquido infiammabile rinvenute nelle vicinanze delle due vetture, una Bmw e una Hyundai Tucson. I veicoli erano parcheggiati in via dell’Irto, nella zona di Pontenuovo, posti uno vicino all’altro, sotto una tettoia, all’interno della proprietà in cui si trova l’abitazione di famiglia.

Tre mesi prima, a distanza di circa due settimane uno dall’altro, altri due incendi avevano colpito un membro della giunta sermonetana e cioè il vicesindaco, Maria Marcelli, e la sua famiglia: la sera del 7 febbraio la sua automobile e la sera del 22 quella del figlio erano andate a fuoco. Anche in quel caso le vetture erano parcheggiate nei pressi dell’abitazione, ma non vennero trovate tracce di innesco.

Dopo l'ultimo rogo la Giovannoli, comprensibilmente sconcertata, aveva affidato a Fb le sue dichiarazioni: «Questa notte la mia auto e quella di un mio familiare sono state danneggiate da un incendio. Io e la mia famiglia confidiamo nelle forze dell’ordine affinché facciano al più presto chiarezza sull’accaduto. Sono incredula, ma nello stesso tempo serena: vado avanti a testa alta e continuerò a svolgere il mio incarico di amministratrice con lo stesso impegno e la determinazione di sempre».

Il colonnello Gabriele Vitagliano, comandante provinciale dei carabinieri di Latina, ha spiegato che i 4 sono stati bloccati perché avevano intenzione di mettere una bomba alla casa del sindaco.


Oggi dopo aver appreso la notizia degli arresti la sindaca ha scritto questo messaggio: «Questa mattina, appresa la notizia, ho telefonato al comandante del Reparto territoriale di Aprilia colonnello Riccardo Barbera e della stazione di Sermoneta maresciallo Antonio Vicidomini per complimentarmi, a nome mio personale e dell’intera amministrazione comunale, per la brillante conclusione delle indagini sugli attentati incendiari che hanno riguardato la mia auto e quelle del vicesindaco Maria Marcelli».

«A giudicare ci penserà la magistratura - commenta la Giovannoli - piena fiducia nel loro operato. Io non posso che esprimere la mia soddisfazione per l’attività investigativa svolta egregiamente dai carabinieri e conclusa in pochi mesi. Io, l’amministrazione e l’intera comunità meritavamo risposte su episodi vili e preoccupanti per una città come la nostra, che si è sempre distinta per accoglienza, solidarietà e rispetto del prossimo. Aver fatto chiarezza su questa vicenda è stato importante, perché a essere minacciata non ero solo io o la vice sindaco, ma tutta la comunità».

«Quanto accaduto ha scosso me, Maria Marcelli e le nostre famiglie, ma non abbiamo mai abbassato la testa: la legalità e il rispetto delle regole sono stati e restano il cardine della nostra attività amministrativa e sono orgogliosa del fatto che questo sia emerso anche dalle indagini - dice la Giovannoli - Andiamo avanti a testa alta con ancora più convinzione ed entusiasmo, insieme a tutti i miei consiglieri, nell’interesse esclusivo del bene comune, non di pochi ma di tutti».

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