La sfida di Valentina, da Latina a primo violoncello dell'Accademia della Scala di Milano

La sfida di Valentina, da Latina a primo violoncello dell'Accademia della Scala di Milano
di Giuseppe Baratta
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Domenica 23 Febbraio 2020, 19:45 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 12:14
Da Latina all'Orchestra dell'Accademia del Teatro alla Scala di Milano, come primo violoncello, il passo è breve. Valentina Cangero, 23 anni, con un passato da agonista nella ginnastica ritmica, è una ragazza determinata e il prossimo 25 aprile suonerà insieme all'Orchestra del Teatro alla Scala per la festa della Repubblica davanti al presidente Sergio Mattarella. Ma c'è un retroscena visto che la sua storia d'amore con il violoncello è iniziata quasi per caso.

«Dopo aver frequentato le scuole elementari a piazza Dante ho iniziato i miei studi musicali del violoncello presso la scuola media Giovanni Cena con il professor Paolo Capasso - spiega Valentina, girando le pagine dei ricordi - E pensare che avevo scelto un altro strumento, il flauto, ma devo ammettere che mi dissero che ero portata per il violoncello. A distanza di anni posso dire che avevano ragione da vendere visto che che poi il violoncello è diventata la mia vita: è lo strumento più bello. Così ho continuato gli studi musicali al liceo musicale Manzoni con il professor Ernesto Tretola e mi sono diplomata nel 2015».

Un'esperienza al conservatorio di Perugia, con il maestro Francesco Pepicelli, poi il trasferimento a Milano nel 2016 con in tasca già la laurea di primo livello in violoncello e attualmente al secondo anno della magistrale. «Mi laureo a giugno, attualmente Matteo Ronchini è il mio maestro in conservatorio, poi grazie all'accademia della Scala ho la possibilità di fare lezione individuale con i tre primi violoncelli della Scala Massimo Polidori, Sandro Laffranchini e Alfredo Persichilli - aggiunge Valentina - Sono andata via da Latina nel 2015, in questi cinque anni, ho deciso di lasciare il capoluogo perché non mi avrebbe mai potuto dare il futuro che adesso sto vivendo o quello che forse avrò da qui a dieci anni, non voglio sminuire Latina perché devo tutto a dove sono cresciuta alle medie e al liceo musicale Manzoni, ma per il perfezionamento ho sentito la necessità di andare via».
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