Latina, il restauro: la “Famiglia rurale” torna a splendere dopo 88 anni

Latina, il restauro: la “Famiglia rurale” torna a splendere dopo 88 anni
di Andrea Apruzzese
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Domenica 21 Giugno 2020, 15:19 - Ultimo aggiornamento: 15:32

Ripulito, consolidato, protetto dagli agenti atmosferici per gli anni a venire. Il gruppo scultoreo della Famiglia rurale, posto sulla sommità di uno degli edifici residenziali e commerciali sul lato di piazza del Quadrato a Latina, dove la città fu fondata, è da ieri tornato alla sua originaria bellezza, dopo un lungo e delicato intervento di restauro durato mesi inserito nel percorso dell’Art bonus, formula del ministero per i Beni e le attività culturali che consente di scalare dalle imposte le donazioni culturali.

 

Diverse le linee di intervento del restauro, eseguito da tecnici sotto la supervisione della sovrintendenza. Il gruppo è realizzato in pasta cementizia armata, ed è all’esterno, quindi esposto alle intemperie fin dalla fondazione, ovvero da 88 anni, circostanza che ha un aggravante nella porosità del materiale in cui è realizzata, e ha ricevuto solo un primo intervento protettivo nel 1994.


I restauratori sono partiti dall’esame della situazione, verificando la gravità delle fessurazioni, con microlesioni e macrolesioni nel materiale, in particolare sulle gambe della figura centrale del gruppo; l’esame non è stato solo esterno, ma, grazie a specifici apparecchi, si è potuto analizzare anche l’interno, comprendendo così la diversa densità del materiale realizzativo in differenti zone del gruppo; infine, grazie alle prove colorimetriche, si è potuta comprendere la finitura originale dell’opera. Il progetto di restauro, del valore di 15mila euro, ha poi visto l’utilizzo di malte consolidanti per bloccare la corrosione, dotate di un Ph incrementato per adattarsi alla perfezione all’opera d’arte; la sigillatura delle lesioni con fibre polimeriche; la protezione finale biocida per rallentare gli attacchi biologici. Una decina le imprese che hanno fornito materiali e attrezzature per le operazioni di restauro. Realizzata da Egisto Caldana, come l’altro, speculare, gruppo scultoreo sull’edificio residenziale e commerciale che lo fronteggia specularmente sull’altro lato della piazza del Quadrato, e come anche le due allegorie della fecondità, poste invece sulla sommità della sede dell’Opera nazionale combattenti, sul fronte principale dell’ampio spazio urbano.

«Opere d’arte, ad ornare e abbellire l’architettura di una delle prime piazze realizzate nella città», ha ricordato ieri, nella presentazione del restauro, Massimo Rosolini il presidente dell’Ordine degli Architetti di Latina, che ha patrocinato l’intervento: «Era una maniera di completare l’opera architettonica con veri e propri gruppi scultorei, che è testimonianza di un periodo specifico. Questa abbondanza di decorazioni, di spunto tardo ottocentesco, non si ritroverà più, ad esempio se pensate al Tribunale o all’Intendenza di finanza, edifici realizzati successivamente».

«Questo è un momento importante della nostra storia, del nostro presente e della necessità di guardare avanti, senza offendere la memoria - ha detto il sindaco, Damiano Coletta, nel corso dell’inaugurazione del monumento restaurato - la nostra memoria è recente e passa per il rispetto di queste testimonianze. Come Comune abbiamo dato il patrocinio, ma ho anche preteso che tutti coloro che facevano parte della giunta dessero un contributo personale.
Nelle difficoltà che abbiamo oggi nella gestione della cosa pubblica, ci sono beni, che sono comuni perché appartengono a tutti e tutti dobbiamo sapercene prendere cura. Il mecenatismo è nella storia dell’uomo e Latina deve avviare questo processo di integrazione per la tutela dei beni comuni. Questo monumento simbolo è il primo passo di una strada da percorrere tutti insieme».

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