Il giovane per convincere la vittima si è vantato di essere l’autore di una precedente rapina messa a segno alcuni mesi prima e ricordandogli tale circostanza ha minacciato di fare la stessa cosa nel locale. “Che vuoi che faccio una rapina anche qui?” ha sbraitato ma il proprietario non si è perso d’animo ed ha reagito: ne è nata una colluttazione senza gravi conseguenze e sul posto sono arrivate le forze dell’ordine che hanno arrestato il 20enne con l’accusa di tentata estorsione.
Ieri mattina in Tribunale l’ultima udienza del processo davanti al giudice monocratico Francesco Valentini che su richiesta della difesa – rappresentata dagli avvocati Cristiano Montemagno e Domenico Bianchi - si è svolto con rito abbreviato condizionato. In aula è stato infatti ascoltato lo psichiatra Peppino Nicolucci al quale il giudice aveva affidato una perizia sull’imputato. Il medico ha testimoniato come l’imputato sia affetto da una patologia che riduce parzialmente la sua capacità di intendere e volere oltre ad avere problemi legati all’abuso di alcool e di farmaci. Il pubblico ministero Alessio Sterzi, a conclusione della requisitoria, ha chiesto una condanna ad un anno e quattro mesi di reclusione ma a conclusione della camera di consiglio il giudice ha ridotto la pena a dieci mesi con la sospensione condizionale.
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