Secondo la ricostruzione investigativa della Procura di Firenze agli studenti iscritti alla Link University sarebbe stata garantita la possibilità di ottenere la falsificazione dei propri esami che, sostenuti a Firenze piuttosto che presso la sede di Roma dell'ateneo, si sarebbe concretizzata con la consegna da parte dei professori agli studenti delle domande o dei temi da svolgere qualora le prove da svolgere sarebbero state scritte.
Secondo le accuse i vertici dell'università privata sarebbero stati promotori di una lunga serie di falsi. Gli studenti poliziotti quasi tutti iscritti al sindacato Siulp avrebbero goduto di una corsia preferenziale che consentiva loro, per esempio, di conoscere prima le domande degli esami e persino saltare un anno di studi, bastava presentare una tesina di poche pagine e gli iscritti figuravano di aver preso parte a lezioni che in realtà non avevano mai seguito e che nemmeno erano state svolte. La conclusione delle indagini preliminari da parte dei tre pm fiorentini ha creato un polverone di polemiche e tra i primi a dichiarare la propria «completa e assoluta estraneità» ai fatti contestati è stato lo stesso Siulp che ha evidenziato in una nota «la piena trasparenza di tutto il suo operato» e ha restituito al mittente l'accusa, gravissima, di aver avallato «una serie di falsi e lo svolgimento facile degli stessi esami».
Dello stesso tenore la presa di posizione della Link University: «Sono destituite di fondamento le accuse di agevolazione del percorso di laurea seguito dagli agenti di Polizia di Stato iscritti al Siulp cui sono stati riconosciuti crediti formativi e percorsi di valorizzazione della loro specifica professionalità, come avviene nella maggior parte delle Università italiane».
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