Lauree facili, cinque i pontini coinvolti nell'inchiesta della Procura di Firenza sulla Link University

Lauree facili, cinque i pontini coinvolti nell'inchiesta della Procura di Firenza sulla Link University
di Giuseppe Mallozzi
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Domenica 17 Maggio 2020, 09:09
Ha toccato anche la provincia di Latina e in particolare il sud pontino, l'inchiesta della Procura di Firenze che ha monitorato la gestione della Link Campus University, diretta dall'ex Ministro degli Interni Vincenzo Scotti. Sono 71 gli indagati a vario titolo per associazione a delinquere e falso dal procuratore capo della Procura fiorentina Giuseppe Creazzo, dall'aggiunto Luca Turco e dal sostituto procuratore Christine von Borries. Tra questi figurano anche cinque pontini: spicca Pasquale Russo, 62 anni, di Minturno che, sulla scorta del suo ruolo di consigliere e direttore generale con funzioni amministrative della Link Campus University, è considerato il promotore, l'organizzatore e il gestore di un'associazione per delinquere finalizzata a falsificare gli esami presso la speciale università. Ad affiancarlo ci sarebbero stati anche Andrea Pisaniello, 36 anni di Aprilia, dipendente dell'ateneo, un altro minturnese ma residente a Roma, Felice Romano, 57 anni, segretario generale nazionale del sindacato di Polizia Siulp e presidente della Fondazione Sicurezza e Libertà, Alessandro Pisaniello, 64 anni, di Aprilia, componente del direttivo nazionale dello stesso Siulp e finanche uno studente di Gaeta, Alessandro Di Giacomo, raggiunto da un avviso di garanzia con l'ipotesi di reato di falso.

Secondo la ricostruzione investigativa della Procura di Firenze agli studenti iscritti alla Link University sarebbe stata garantita la possibilità di ottenere la falsificazione dei propri esami che, sostenuti a Firenze piuttosto che presso la sede di Roma dell'ateneo, si sarebbe concretizzata con la consegna da parte dei professori agli studenti delle domande o dei temi da svolgere qualora le prove da svolgere sarebbero state scritte.

Secondo le accuse i vertici dell'università privata sarebbero stati promotori di una lunga serie di falsi. Gli studenti poliziotti quasi tutti iscritti al sindacato Siulp avrebbero goduto di una corsia preferenziale che consentiva loro, per esempio, di conoscere prima le domande degli esami e persino saltare un anno di studi, bastava presentare una tesina di poche pagine e gli iscritti figuravano di aver preso parte a lezioni che in realtà non avevano mai seguito e che nemmeno erano state svolte. La conclusione delle indagini preliminari da parte dei tre pm fiorentini ha creato un polverone di polemiche e tra i primi a dichiarare la propria «completa e assoluta estraneità» ai fatti contestati è stato lo stesso Siulp che ha evidenziato in una nota «la piena trasparenza di tutto il suo operato» e ha restituito al mittente l'accusa, gravissima, di aver avallato «una serie di falsi e lo svolgimento facile degli stessi esami».

Dello stesso tenore la presa di posizione della Link University: «Sono destituite di fondamento le accuse di agevolazione del percorso di laurea seguito dagli agenti di Polizia di Stato iscritti al Siulp cui sono stati riconosciuti crediti formativi e percorsi di valorizzazione della loro specifica professionalità, come avviene nella maggior parte delle Università italiane».
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