«Noi medici di famiglia in prima linea su due fronti: malati Covid e cronici»

«Noi medici di famiglia in prima linea su due fronti: malati Covid e cronici»
di Rita Cammarone
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Domenica 1 Novembre 2020, 09:47

Tanto più gli ospedali rimandano visite ed esami strumentali, tanto più i malati cronici e acuti si rivolgono al medico di famiglia. E questo è solo uno dei riflessi della pandemia Covid raccontati dalla dottoressa Sara Tontini, 32 anni di Latina. Madre di due bambini di 3 anni e 9 mesi, si divide tra il Cad della Asl dove gestisce da un punto di vista amministrativo i casi complessi degli ospedalizzati a domicilio, come ad esempio i pazienti Sla o i bambini con malattie genetiche, e la professione di medico di famiglia avviata appena lo scorso mese di settembre presso uno studio associato in pieno centro del capoluogo pontino.

GESTIONE COMPLESSA
«Noi medici di famiglia stiamo in prima linea e operiamo su due fronti: il Covid e le altre malattie con ritmi crescenti. I pazienti Covid sono sempre più numerosi e la gestione diventa sempre più complessa: sono a noi che si rivolgono per primi; siamo noi che effettuiamo il monitoraggio dei positivi al Covid in cura domiciliare. Il che significa aggiunge che dobbiamo costantemente informaci delle loro condizioni, in taluni casi anche tre volte al giorno. Fortunatamente, e questo va sottolineato, abbiamo un ottimo rapporto con Malattie infettive del Goretti, che ci fornisce i disciplinari, e in particolare con la dottoressa Miriam Lichtner, a capo della Uoc, sempre pronta a sciogliere i nostri dubbi».
Ma il fattore Covid si riflette sul resto. «Gli altri pazienti afferma la dottoressa Tontini -, soprattutto gli anziani con patologie croniche e acute, ad ogni visita specialistica rinviata, ad ogni esame posticipato a causa del Covid, è da noi che tornano. Il medico di famiglia non ha mai chiuso. Rispondiamo sempre al telefono, stiamo a studio e non neghiamo visite a nessuno».
La giovane dottoressa racconta la nuova riorganizzazione degli studi medici dovuta al Coronavirus, tra distanziamenti, appuntamenti, gestione mail, ricette dematerializzate, messaggistica ormai obbligatoria. Più gravosa quest'anno anche la campagna della vaccinazione antinfluenzale.
«I numeri sono elevatissimi, c'è una grandissima adesione da parte dei pazienti spiega Tontini alla sua prima esperienza in questo campo -. Però devo dire che stiamo a buon punto, abbiamo ultimato la seconda fornitura coprendo un 80% dei pazienti aventi diritto al vaccino gratuito. Una battuta d'arresto c'è invece stata, in questa ultima settimana, per coloro i quali che volendosi vaccinare devono acquistare il farmaco. Il vaccino in questo momento non è reperibile».
Tornando al Covid, cosa le dicono i suoi pazienti sull'esecuzione dei tamponi? «Da quando è stata introdotta la prenotazione obbligatoria ai drive-in, decisamente meglio risponde la dottoressa -. Paradossalmente, ad oggi, viene preferito il drive-in che il laboratorio privato. I miei pazienti dicono che i laboratori non hanno reagenti e che hanno le linee telefoniche sono sempre occupate».
NO ALLA DISPONIBILITA'
]A proposito dei tamponi, lei ha dato la sua disponibilità ad effettuare i tamponi antigenici presso il suo studio? «Assolutamente no afferma la dottoressa Tontini e, almeno tra i colleghi che conosco, non mi risulta che vi siano medici di famiglia che lo abbiamo fatto. E' una follia. Lavoriamo all'interno di condomini, non abbiamo assistenza infermieristica, non abbiamo spazi per poter organizzare una simile attività. E poi, mai e poi mai, per nessuna ragione al mondo metterei a rischio i miei pazienti. Quelli che in questo momento vengono a studio sono i più fragili, i più bisognosi. Non li mandiamo in ospedale perché c'è il Covid e poi li facciamo venire a studio dove si fanno i tamponi. Non se ne parla proprio».
Rita Cammarone
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