Lo spettro del fuoco: nel sud della provincia di Latina record di incendi

Lo spettro del fuoco: nel sud della provincia di Latina record di incendi
di Stefano Cortelletti
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Lunedì 8 Giugno 2020, 11:45

Più di duemila incendi in provincia di Latina negli ultimi dieci anni, quasi la metà di tutti quelli che sono avvenuti nel Lazio. Un primato che la provincia pontina mantiene saldo ogni anno, con un totale di 22.478 ettari di terreno e boschi andati letteralmente in fumo. È quanto si legge nel piano antincendio boschivo 2020-2022 della regione Lazio, che punta a scongiurare che le fiamme possano distruggere ettari di verde, attraverso azioni di prevenzione e di contrasto.

Un piano che tuttavia può poco quando i roghi sono di natura dolosa. Anche su questo Latina ha il primato. I comuni della provincia di Latina con un numero di incendi superiore o uguale a 30 negli ultimi dieci anni sono addirittura sedici: Castelforte, Fondi, Formia, Gaeta, Itri, Lenola, Maenza, Minturno, Monte San Biagio, Roccagorga, Santi Cosma e Damiano, Sezze, Sonnino, Sperlonga, Spigno Saturnia e Terracina; quelli con una superficie totale per singolo incendio maggiore di 100 ettari sono sei: Sezze, Itri, Fondi, Sonnino, Formia, Santi Cosma e Damiano. Dei 33 comuni presenti nella provincia, il 94% è stato interessato almeno da un incendio. A livello provinciale, le superfici totali medie percorse da un evento è pari a 9,07 ettari a incendio, con un massimo nella provincia di Latina pari a 11.11 ettari a incendio e un minimo nella provincia Viterbo pari a 7.28 ettari. Gli incendi dolosi hanno inciso per il 72,83% sul totale degli incendi, quelli colposi per il 5,38%, gli incendi naturali - riconducibili prevalentemente ai fulmini - in totale sono stati lo 0,28%, mentre sono di attribuzione ignota o accidentale il 21,51% degli incendi.

Il 76% dei roghi che si verificano in zona pontina sono dolosi, soprattutto per la ricerca di un profitto, vedi la speculazione edilizia, ma anche proteste e risentimenti tra privati o verso le istituzioni, oppure turbe comportamentali e piromania. Per gli incendi colposi, provocati involontariamente dalla mano dell'uomo, il 2% sono imputabili a mozziconi di sigaretta lasciati a terra, il 73% per pratiche agricole come pulizia dei terreni o bruciatura di residui di potature. La domenica sembra essere il giorno più vulnerabile, mentre l'orario di innesco più frequente è quello che va dalle 10 alle 14. Ogni comune è stato classificato a seconda del rischio incendi. Tutte le città pontine hanno un livello di rischio molto alto, per questo il piano antincendio prevede prima di tutto che ogni amministrazione comunale adotti il piano di protezione civile aggiornato anche per l'antincendio boschivo e che predisponga le specifiche ordinanze per la pulizia dei lotti incolti. Viene chiesta anche la collaborazione degli agricoltori, attraverso un apposito protocollo d'intesa con Coldiretti.
Le protezioni civili, dal canto loro, dovranno partecipare a giornate di esercitazione per essere pronte a intervenire al meglio in caso di necessità. Nel piano viene descritto cosa bisogna fare a seconda del tipo di incendio, ma vengono raccomandate anche campagne di informazione da parte dell'agenzia regionale di protezione civile, rivolte alla popolazione. Sarà comunque fondamentale annualmente alimentare il catasto informatico degli incendi, non solo per avere la situazione aggiornata a livello regionale, ma anche per avere traccia dei terreni interessati da incendi.
Stefano Cortelletti
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