Latina, il presidente della Confcommercio: «Serve un nuovo piano Marshall»

Giovanni Acampora, a sinistra, con Carlo Medici, il presidente della Provincia di Latina
di Francesca Balestrieri
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Lunedì 27 Aprile 2020, 12:08
Difficoltà, incertezza e tanta delusione. Sono queste le tre parole scelte dal presidente Confcommercio Lazio e Consigliere nazionale dell'associazione commercianti Giovanni Acampora per descrivere la situazione delle imprese ai tempi del Coronavirus. «Abbiamo registrato il -100% nell'abbigliamento, -95% sul turismo, -85% sull'automotive, -68% per bar e ristoranti. Dati che indicano una catastrofe. Ma rispetto a questo non ci è arrivato l'aiuto che ci si aspettava», spiega il presidente. «Consideri che si registrerà un -13,5% di contrazione del Pil solo nel mese di marzo. Ma la manovra che il Governo ha definito poderosa e liquida, in realtà non lo è. Servirebbe spiega Acampora una sorta di piano Marshall, quello che mise in campo l'America alla fine della guerra per aiutare l'Europa, lo Stato si assunse i debiti di imprese e cittadini e ora non stiamo parlando di cose differenti: questa è la più grande crisi economica, sanitaria e sociale dalla seconda guerra mondiale. Dal Governo ci si aspettano strumenti eccezionali, indennizzi e contributi a fondo perduto, burocratizzazione zero, meno tasse e moratoria sugli aspetti fiscali. Questo è quello che ci serve, altrimenti sarà difficile riprendersi», spiega Acampora che illustra anche un altro aspetto fondamentale per l'economia del territorio pontino, quello della stagione estiva, ormai alle porte, ma ancora avvolta nell'incertezza: «Secondo lei con l'incertezza attuale, ancora in attesa della fase 2, è pensabile che gli operatori si organizzino? La cosa principale ora è dare sicurezza sulle impresa, aspettiamo le linee guida, però una cosa deve essere chiara: dobbiamo riaprire assolutamente. L'ho detto alla Regione e anche al Governo spiega il presidente - il sistema imprese non può più aspettare altrimenti avremo una fase di non ritorno. Inoltre l'incertezza e la mancanza di risposte rispetto alle date sulle aperture e sulle precauzioni per la sicurezza non aiutano a guardare al futuro in modo positivo. Con le imprese sono già stati messi in campo protocolli di autoregolamentazione per tutte le categoria, ma vogliamo avere un confronto e delle risposte. Devo dire che la Regione si sta attivando, ma siamo in attesa delle linee guida del Governo».

Guardare in avanti dunque ora risulta difficile: «Bisogna fare una considerazione: la pandemia ci ha messo davanti a una crisi senza precedenti e anche per il futuro cambierà tutto, dai rapporti sociali alle modalità con cui le persone andranno a fare spesa e acquisti fino a quando non ci sarà una cura certa o un vaccino, il resto sono solo desiderata. Il vero tema è che finché non ci sarà una cura dobbiamo mettere in conto il cambiamento di relazione sociali. Come imprese siamo pronti a metterci in gioco, non ci manca di certo la capacità di guardare oltre senza e sacrifici. Noi ci saremo, ma deve cambiare anche la macchina dell'amministrazione, serve una burocrazia che ci consenta di innovare, si può pensare per esempio di fare un'arena all'aperto ma se la burocrazia frena, tutto questo si traduce in ulteriore perdita di tempo. Oggi non possiamo ragionare sull'ordinarietà dobbiamo mettere in campo una macchina da guerra. E poi secondo Acampora - occorre un cambio di mentalità, deve cambiare anche classe politica, non abbiamo bisogno di fuoriclasse, meno Maradona e più Oriali, se vogliamo pensarla in termini calcistici. Noi su questi temi faremo una battaglia durissima».
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