Latina, dopo il no alla discarica ad Aprilia la Paguro punta sul Montello

Latina, dopo il no alla discarica ad Aprilia la Paguro punta sul Montello
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Venerdì 16 Marzo 2018, 11:04
Per Fabio Altissimi l'acquisto delle quote della Ecoambiente è stato in pratica un piano B. Il progetto iniziale della Paguro, infatti, prevedeva l'apertura di una discarica ad Aprilia, in località la Gogna, ma contro quel progetto è insorta prima la comunità, poi l'amministrazione comunale guidata da Antonio Terra. Il 19 gennaio scorso, così Fabio Altissimi, raccontò la vicenda dal suo punto di vista quando è saltato fuori un altro progetto di discarica presentato dalla società Ecosicura in zona Casalazzara. 

«Quando toccò a Paguro (società controllata da Rida Ambiente che avrebbe voluto installare una discarica di servizio in zona La Cogna) – scriveva Altissimi in una nota – la società venne obbligata a presentare in Comune e Provincia l’intero progetto e il Comune non si limitò a una mozione di intenti, ma organizzò una commissione Ambiente ad hoc e votò compatta in conferenza di servizi, senza dimenticare le manifestazioni sotto i cancelli del terreno acquistato dalla Paguro e subito sequestrato dal Noe. Oggi invece, nonostante il progetto sia stato protocollato il 28 dicembre in Regione, il sindaco Antonio Terra non ha ancora provveduto ad effettuare un accesso agli atti, dai comitati è giunto solo qualche timido no ma soprattutto la politica si è trincerata dietro una mozione che, nonostante i titoli di alcuni quotidiani, in realtà chiede solo al Consiglio di relazionare sulla procedura di Via e chiede alla giunta di valutare un eventuale ricorso al Tar, cosa che presuppone l’esito positivo della procedura e che, in sostanza, si sarebbe fatta lo stesso. Lo stesso sindaco, anche sulla stampa, ha sottolineato che farà il possibile e che non cambierà la rotta rispetto al passato, sottolineando come Aprilia rischi di veder svilite le sue eccellenze con progetti come questo. Ad oggi però sembra che rispetto al passato la rotta sia cambiata, che tutti siano più cauti e generici anche nei no. Verrebbe da pensare che tra le eccellenze di Aprilia sia da annoverare anche il deposito della Ecosicura». 

«Il no compatto – dichiarava Altissimi -  non c’è. Nulla di concreto è stato fatto. Ora, questa non è il capriccio di un imprenditore che si è visto bocciare un progetto e potrebbe vederne approvato un altro. Si tratta invece di una domanda rivolta alla politica che, sotto campagna elettorale, vorrebbe invece evitare riflettori accesi su questa vicenda. Perché due pesi e due misure? Perché questo no appare oggettivamente molto più timido e meno stringente di quello dell’estate scorsa? Cosa è cambiato, quali interessi ci sono dietro? Perché è sotto gli occhi di tutti che le iniziative di questi giorni siano più di facciata che realmente utili in termini di risultati. Basti ricordare ai cittadini che se anche il Comune non dicesse di sì al progetto, sarebbe comunque sufficiente una mancata opposizione, magari dovuta a ritardi  burocratici come la mancanza del progetto o di altre formalità, per comportarne una approvazione tramite il meccanismo del silenzio assenso. Arrivati a quel punto le proteste, gli allarmi verso una Regione poco trasparente e le mozioni potranno anche moltiplicarsi, ma il risultato non cambierebbe».

Queste le dichiarazioni di Altissimi due mesi fa. Ora sappiamo che l'imprenditore a quel punto ha cambiato strategia spostando l''attenzione su Borgo Montello. Ma questa mossa apre un altro capitolo della vicenda. Infatti il socio di minoranza di Ecoambiente è la Ecolatina Impianti di Angelo Deodati che è un imprenditore da sempre inserito nella galassia di Manlio Cerroni, per decenni il re dei rifiuti a Roma e nel Lazio. Mentre Altissimi è il grande accusatore di Cerroni nel processo che si sta tenendo a Roma. Vista la situazione la convivenza appare difficile, ma Deodati potrebbe far valere il diritto di opzione: cioé rilevare il 51% delle quote diventando titolare dell'intero pacchetto azionario pagando lo stesso prezzo offerto dalla Paguro, ovvero 2,5 milioni di euro.



 
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