Giudice di pace, oggi la ripartenza delle udienze a Latina: non c'è sicurezza, scatta l'esposto

Fogli di plastica volanti usati come divisori
di Elena Ganelli
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Mercoledì 1 Luglio 2020, 07:59

Riparte all'insegna della paura e delle denunce l'attività di alcuni uffici giudiziari del capoluogo pontino che da oggi riprendono il lavoro ordinario alla fine di quattro mesi di lockdown. L'allarme riguarda in particolare gli uffici del giudice di pace dove personale e magistrati saranno costretti a riprendere le udienze senza alcun dispositivo di sicurezza anti Covid. A denunciare quanto sta accadendo Quirino Leomazzi, segretario provinciale del sindacato Confsa-Unsa, il quale preannuncia un esposto alla Procura della Repubblica a tutela della salute dei lavoratori. Tra l'altro, Leomazzi, che da sempre lavora in Procura a Latina è uno dei quattro dipendenti del ministero rimasto contagiato dal coronavirus: è guarito, è tornato al lavoro, ma sente particolarmente il problema.
«All'Ufficio del Giudice di Pace di Latina spiega - sono state disattese dal Presidente del Tribunale, quale datore di lavoro e responsabile della sicurezza dei lavoratori, tutte le disposizioni normative del Ministero della Salute ed in particolare del Decreto del Presidente del Consiglio del 26 aprila scorso e della circolare del Capo del Dipartimento dell'organizzazione Giudiziaria del 12 giugno». I locali della palazzina di via Vespucci dove hanno sede gli uffici sono infatti sprovvisti di dispositivi di sicurezza, non è garantito nessun distanziamento tra dipendenti e pubblico né è stato approntato un percorso dell'utente, non ci sono neppure i rilevatori di temperatura e, sottolinea Leomazzi non mi risulta che dall'insorgere dell'epidemia sia stata effettuata una sola sanificazione dei locali. E non è ancora tutto perché, come fa sapere il rappresentante sindacale, in conseguenza di un ordine di servizio del Presidente del Tribunale, sono dovuti rientrare in servizio, lavoratori rientranti tra le categorie fragili e/o ipersuscettibili», dichiarati tali dal medico del lavoro, con il parere contrario dello stesso, «con grave pregiudizio per la salute degli stessi dipendenti».
Leomazzi ricorda come tali dubbi siano già stati sottoposti all'attenzioni dei vertici del Palazzo di giustizia in una riunione tecnica per la riapertura degli uffici giudiziari, tenutasi il 15 giugno con i capi dell'Ufficio Giudiziario del capoluogo, il Presidente del Tribunale di Latina e i Presidenti di Sezione Civile e Penale presente anche il commissario dell'Ordine degli avvocati. Ma evidentemente le istanze sono rimaste lettera morta visto che a partire da questa mattina gli uffici, così come da disposizione, dovrebbero ripartire a pieno regime. Tra l'altro c'è una circolare che dispone che i giudici organizzino l'attività fissando precisi orari e contenendo il numero delle cause a non più di venti per ciascuna udienza per evitare assembramenti. Ma i ruolini sono molto più affollati e oggi l'organizzazione dell'ufficio dovrà affrontare questa ripartenza senza strumenti operativi a tutela della salute sia del personale che degli utenti, vale a dire avvocati e parti dei procedimenti. Da qui l'annuncio di «un esposto alla Procura e agli organi locali competenti visto che sottolinea il rappresentante sindacale - ogni ritardo, omissione di immediata messa in sicurezza degli uffici, comporta responsabilità in capo ai datori di lavoro: la tutela della salute dei lavoratori è una priorità improcrastinabile».
Elena Ganelli
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