“A fronte dell’emergenza Coronavirus il nostro paese sta vivendo un momento decisamente difficile, così come improvvisamente tutti noi, stiamo cercando, in modo responsabile, di rispettare quanto disposto. A seguito della chiusura delle nostre strutture, dei mancati pagamenti delle quote mensili da parte dei genitori per la mancata fruizione del servizio, a seguito dei mancati aiuti alle Piccole Imprese che si occupano di Infanzia (dai 3 mesi ai ai 3 anni d’età), c’è un alto rischio di totale chiusura delle nostre attività”.
I titolari sottolineano come alcune scadenze siano state spostate, ma non ridotte o cancellate. “Noi ci troveremo a non poter affrontare, alla ipotetica riapertura, il cumulo dei debiti sommati (affitti, bollette, e molto altro) a cui peraltro abbiamo potuto far fronte, solo grazie a nostre garanzie personali che metteranno in discussione anche le nostre famiglie che non avranno più reddito”.
Da qui la richiesta di aiuto alle istituzioni. “Le famiglie, dopo l’epidemia, si troveranno da sole senza la propria struttura di riferimento, si rischia un’emergenza sociale dettata dall’impossibilità di trovare una giusta collocazione per i propri figli. Per questo chiediamo urgenti interventi”. In concreto i titolari degli asili chiedono “contributi a fondo perduto per il pagamento dei canoni di locazione per tutti i mesi di chiusura; azioni di sostentamento per i servizi educativi 0/3 in base all’ultimo bilancio di entrata e uscita degli ultimi 2 mesi; ampliamento della cassa integrazione a tutte le categorie che lavorano nel settore; annullamento dei tributi comunali per il periodo di chiusura; aumento e tempi più ristretti nell’erogazione dei contributi ministeriali e regionali; conversione dei voucher baby-sitter in rette per nido privati; pagamento delle fatture da parte del Comune, per i convenzionati, per tutti i mesi fino a giugno 2020 come da contratto di accreditamento”.
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