Corden Pharma, oggi al Ministero: restano 75 giorni per impedire i 192 licenziamenti

Corden Pharma, oggi al Ministero: restano 75 giorni per impedire i 192 licenziamenti
di Francesca Balestrieri
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Giovedì 15 Novembre 2018, 11:36 - Ultimo aggiornamento: 15:49
Settantacinque giorni di tempo per trovare una soluzione, il countdown è partito giovedì, scorso. In questo tempo si deve lavorare per impedire i 192 licenziamenti annunciati da Corden Pharma. Siamo con la pistola alla testa. C'è bisogno di tempo, non possiamo permettere che il 23 gennaio, l'azienda lasci a casa tutto questo personale. Il ministero deve aiutarci. Lo dicono a gran voce i sindacati che ieri, insieme alle istituzioni hanno portato la loro solidarietà ai lavoratori in presidio fuori dai cancelli dello stabilimento che si trova a Sermoneta Scalo. L'incontro al Ministero del Lavoro si svolgerà oggi alle 17:30, al tavolo oltre ai 192 esuberi, si parlerà del taglio del 15% degli stipendi e della richiesta al Tribunale dell'apertura del Concordato di continuità. Tutti temi che non fanno prevedere nulla di buono: la paura è che la Corden Pharma voglia lasciare il territorio. Una prospettiva che spaventa tutti, lavoratori, sindacati, ma anche le istituzioni, il presidente della Provincia, Carlo Medici, i sindaci di Latina, Sermoneta, Norma e una delegazione del consiglio comunale di Sezze ieri hanno ascoltato le istanze dei lavoratori, decisi a chiedere un intervento risolutivo da parte Ministero, Chiediamo però, non solo l'intervento del Ministero del Lavoro, ma anche di quello dello Sviluppo economico perché la soluzione non sono gli ammortizzatori sociali. Qui sono impegnati operai altamente specializzati una situazione non replicabile in nessun'altra società, anche questo è un valore di cui bisogna tenere conto, ha detto il segretario della Filctem Sandro Chiarlitti. Il problema della Corden sembra essere l'instabilità registrata ai vertici, in 8 anni sono cambiati 6 amministratori delegati: Otto anni fa firmammo degli accordi molto sofferti - dice Luigi Cavallo segretario della Uiltec, che aveva seguito anche il passaggio tra le due aziende - la Corden ci chiede, per poter lavorare la riduzione dei costi del salario e del personale. Dal 2010 a oggi abbiamo registrato solo disastri, dei 6 amministratori nessuno ha trovato soluzioni utili e ora ci ripresentano lo stesso conto di 8 anni fa. Non lo accettiamo, bisogna capire come uscire dal pasticcio, ma la complicazione ulteriore è l'apertura del concordato fallimentare. Una apertura che complica molto le cose e che non lascia intravedere nulla di buono per il futuro: Interrompere il rapporto con i fornitori (con questo concordato infatti al momento l'azienda non paga i debito pregressi), significa non dare nessuna prospettiva, dice il sindaco di Latina Damiano Coletta a cui fa eco anche il presidente della Provincia Carlo Medici: Siamo preoccupati per due motivi il primo è che nonostante gli ammortizzatori di cui l'azienda ha beneficiato, nessuno si aspettava una crisi di questa portata, e la seconda è che il chimico farmaceutico in questa zona ha ancora una forte attrattività, come è possibile che Corden invece subisca perdite tali da comportare il taglio di quasi la metà dei dipendenti?. Il dubbio è che l'azienda abbia un piano preciso: Temiamo che questa polvere fosse nascosta da tempo sotto lo zerbino dice il sindaco di Norma Gianfranco Tessitori da anni forse avevano l'intenzione di arrivare a questo punto. Noi dobbiamo impegnarci a interrompere subito la procedura di licenziamento, poi cercare di trovare soluzione non di sopravvivenza, ma di continuità. E il danno è già iniziato perchè mentre si parla della procedura di mobilità per gli assunti, le aziende esterne, come quella delle pulizie o la mensa, da 4 mesi non percepiscono lo stipendio: Per gli indiretti il numero era già partito elevato in un accordo fatto nel 2013 spiega il delegato della Femca Cisl, Bruno Di Giacomo ma pensavamo che lo stabilimento ripartisse, oggi invece ci ritroviamo ancora seduti, e con un ulteriore problema, non riusciamo neanche a parlare con l'amministratore delegato. E' il caso che renda note le sue intenzioni per capire che fine farà questo stabilimento, anche perchè dai numeri presentati al Prefetto e con la richiesta di concordato, le prospettive non sembrano certo rosee, anzi.
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