Latina, condannati a tre anni per il maxi furto di cioccolato Lindt ritrovato a Sezze

Latina, condannati a tre anni per il maxi furto di cioccolato Lindt ritrovato a Sezze
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Giovedì 12 Marzo 2015, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 12:08

LATINA - Hanno patteggiato rispettivamente tre anni e quattro mesi e tre anni di reclusione l'imprenditore di 55 anni e il suo collaboratore di 38 che erano stati arrestati tra l'agosto e l'ottobre scorsi con l'accusa di aver organizzato il furto a più riprese di 260 tonnellate di cioccolatini Lindt da una logistica di Tavazzano (Lodi), di cui il 55enne era titolare. La richiesta è stata accolta dal Tribunale di Lodi.

I carabinieri nei mesi successivi erano riusciti a recuperare tra il Lodigiano, la provincia di Latina e il Napoletano circa 78 tonnellate di merce, per un valore di circa due milioni di euro, mentre il danno complessivo era stato stimato in sette milioni.

I cioccolatini sequestrati erano in camion o magazzini e si ritiene che la merce mancante fosse stata via via commercializzata attraverso canali compiacenti. Uno di questi magazzini era stato individuato a Latina il 27 novembre scorso.

I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Latina, coadiuvati da quelli del Nucleo Antisofisticazione e sanità sempre del capoluogo, avevano trovato presso un deposito a Sezze Scalo, e precisamente in via Fontana Acquaviva, ben 20 tonnellate di praline di cioccolato “Lindt” che facevano parte della derrata rubata nel Lodigiano tra aprile e agosto scorso.

La merce veniva rivenduta a un prezzo nettamente inferiore a quello di mercato. Una serie di appostamenti ha consentito di individuare il capannone al cui interno, in apposite celle frigorifere, erano state stoccate 2064 scatole di cartone, contenenti ciascuna 10kg di praline sfuse e confezionate. Il ghiotto bottino, una volta sul mercato, avrebbe fruttato quasi due milioni di euro.

A fare le spese dell’attività di Polizia Giudiziaria un ex commerciante di prodotti alimentari, residente a Sezze, incensurato, che, a suo dire, aveva affittato il capannone per stoccare la merce rubata per conto di terzi.

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